Tom and Angela - You Get Me




La donna di servizio.. Bellissima. (Barzelletta)


Una donna di servizio chiede alla padrona di casa un aumento di stipendio.
– Madame, ho bisogno di un aumento.

La signora, molto irritata, chiede: – Maria, perchè pensa di meritare un aumento? In fondo lavora qui soltanto da 3 mesi.

– Madame, ci sono tre ragioni per le quali penso di meritarmi un aumento: in primo luogo io stiro
il vestiario meglio della signora.

– Chi è stato che lo ha detto?

– Lo ha detto il padrone.. In secondo luogo io cucino meglio della signora.

– Che assurdità! Chi può aver detto questo?

– E´ stato il padrone che lo ha detto.. In terzo luogo io sono migliore della signora anche a letto!

– A brutta stronza... Ed è stato mio marito a dire anche questo?

– No, madame, è stato l´autista...

– Quanto vuoi di aumento???

Se tornassi a vivere.. (Bellissimo)


Qualcuno mi ha chiesto giorni fa se, potendo rinascere, avrei vissuto la vita in maniera diversa. Lì per lì ho risposto di no, poi ci ho pensato un po’ su e…

Potendo rivivere la mia vita, avrei parlato meno ed ascoltato di più.
Non avrei rinunciato ad invitare a cena gli amici soltanto perché il mio tappeto aveva qualche macchia e la fodera del divano era stinta.
Avrei mangiato briciolosi panini nel salotto buono e mi sarei preoccupata molto meno dello sporco prodotto dal caminetto acceso.
Avrei trovato il tempo di ascoltare il nonno quando rievocava gli anni della sua giovinezza.
Non avrei mai preteso in un giorno di estate, che i finestrini della macchina fossero alzati perché avevo appena fatto la messa in piega.
Non avrei lasciato che la candela a forma di rosa si sciogliesse, dimenticata, nello sgabuzzino. L’avrei consumata io a forza di accenderla.

Mi sarei stesa sul prato con i bambini senza badare alle macchie d’erba sui vestiti.

Avrei pianto e riso di meno guardando la televisione e di più osservando la vita.

Avrei condiviso maggiormente le responsabilità di mio marito.
Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece di andare febbricitante al lavoro, quasi che, mancando io dall’ufficio, il mondo si sarebbe fermato.

Invece di non vedere l’ora che finissero i nove mesi della gravidanza, ne avrei amato ogni attimo, consapevole del fatto che la cosa stupenda che mi viveva dentro era la mia unica occasione di collaborare con Dio alla realizzazione di un miracolo.

A mio figlio che mi baciava con trasporto non avrei detto: “Su, su, basta. Và a lavarti che la cena è pronta”.

Avrei detto più spesso: “Ti voglio bene” e meno spesso: “Mi dispiace”…ma soprattutto, potendo ricominciare tutto daccapo, mi impadronirei di ogni minuto…lo guarderei fino a vederlo veramente…lo vivrei…e non lo restituirei mai più. /Erma Bombeck)

"Ogni istante che Dio ti dona è un tesoro immenso, non buttarlo. Non correre sempre, alla ricerca di chissà quale domani. Vivi meglio che puoi, pensa meglio che puoi e fai del tuo meglio oggi. Perchè l'oggi sarà presto il domani e il domani sarà presto l'eterno."
(A.P. Gouthey)


Il cuore di una mamma..


Quel paio di vecchi jeans, i miei preferiti, non mi entreranno mai più. Alla fine ho accettato questa immutabile verità. Dopo aver messo alla luce e tirato su due bambini il mio corpo ha subito una metamorfosi. Forse ho riacquistato il mio peso pre-natale ma si sono verificati lievi spostamenti e leggere espansioni durante quella che è la mia versione personale della deriva dei continenti. Quando ero adolescente non capivo la differenza tra le taglie per giovani e quelle per signore, i vestiti per signora mi sembravano soltanto vecchi. Adesso mi è chiaro che i vitini di vespa e i sederini rotondi sono soltanto illusioni passeggere di gioventù. Ma va bene così perchè anche se i jeans non si abbottonano più, la vita che ho acquistato in cambio mi va meglio di quanto mi fossero mai andati quei jeans.
Per me questo è il periodo della vita in cui si va a piedi scalzi e si indossano calzoncini e magliette. Sono passata così facilmente al ruolo di giovane madre e tra quelli che mi sono trovata a svolgere è senza dubbio il ruolo in cui mi trovo meglio. Non ci sono cuciture che lasciano il segno, nè chiusure lampo che saltano.
C'è solo la senzazione di essere uscita dal camerino di prova con qualcosa addosso con cui finalmente mi sento bene.
Amo sentire il dolce peso di questo bambino sul fianco, la soffice testolina che si incastra alla perfezione sotto il mio mento, le manine allargate sulle mie braccia che sembrano piccole stelle marine rosate. Amo il modo in cui mia figlia di otto anni cammina al nostro fianco mentre attraversiamo il parcheggio del supermercato. Nelle belle giornate di primavera il vento leggero le fa svolazzare i capelli e ridiamo insieme quando il sole fa storcere il naso e strizzare gli occhi al piccolino. Le mie braccia sono sempre tese per toccare i miei bambini, come farebbe una sarta con due teli di seta preziosa mentre pensa cosa potrebbe venirne fuori ma esitante al tempo stesso per paura di alterarli, di perdere quella completezza, quell'integrità che sento sotto le mie mani.
Quelle rare mattine in cui mi sveglio per prima, vado in camera loro e li guardo mentre dormono con quei visini paffutti e rosei. Poi si muovono e si stiracchiano mentre si svegliano, e allargano le braccia subito pronti per un abbraccio.
Allora li prendo tutti e due tra le braccia affondando il viso contro di loro e respirando a fondo il loro profumo. Sono caldi e morbidi come asciugamani di spugna appena usciti dall'asciugabiancheria.
Certe volte seguo il suono delle voci da ragazzina che vengono dalla camera di mia figlia dove lei e le sue amiche, immerse fino al ginocchio nello chiffon comprato al mercatino, giocano ad inventarsi dei vestiti da sera misurandosi addosso la vita. Completamente assorte da quel gioco, si lisciano e si mettono in posa davanti allo specchio, si addobbano con collane di plastica e aggiustano le coroncine fatte di cartone e lustrini. Guardo quelle ragazzine con i loro capelli lucidi e sottili che nessun elastico o fermaglio riesce a domare. Sono costantemente impegnate a sistemare le ciocche ribelli dietro le orecchie e in quel gesto da adulte intravedo le donne che diventeranno.
So che troppo presto queste nuvole di organza e pizzo verranno riposte per sempre nelle loro scatole malridotte che sono state all'occorrenza forzieri del tesoro e troni per le principesse.
Diventeranno gli abiti smessi dell'infanzia di mia figlia che torneranno da me. Ma per adesso ogni sera i miei bambini stanno accoccolati sul divano vicino a me. Spesso si addormentano in quel modo e sento le loro gambette flosce e morbide abbandonate contro di me, come le pieghe di una vecchia e comoda vestaglia.
Per adesso ci stiamo addosso e ci adorniamo a vicenda e loro sono contenti di essere circondati dal mio abbraccio. So che arriveranno i tempi in cui quel contatto ci sembrerà scomodo e irritante come se avessimo addosso maglioni di lana ruvidi e ispidi e tacchi a spillo di dieci centimetri. Allora dovremo cercare insieme un nuovo look, tirando e schiacciando, cercando di mantenere intatta la stoffa sottostante.
Arrivati a quel punto avremo già tessuto un arazzo ricco ed elaborato che avrà un suo disegno tutto speciale, che avrà i suoi piccoli strappi, qualche filo tirato e un po' di lacrime.
Ma non dimenticherò questo momento fatto di testoline assonnate appoggiate alla mia spalla, di pigiami a tutina e di vestiti madre-figlia, di piccole manine paffute chiuse a pugno dentro le mie.
Questo momento mi sta bene e ho intenzione di portarlo il più a lungo possibile. (Caroline Castle Hicks)

Marito e moglie In vacanza a Gerusalemme.. (Barzelletta)


Un uomo e sua moglie andarono in vacanza a Gerusalemme.

Mentre erano lì, la moglie morì.
L'impresario delle pompe funebri chiese quindi all'uomo: "La vuole spedire a casa per 5000 dollari, o preferisce farla seppellire qui, in Terra Santa , per soli 150 dollari?".


L'uomo ci pensò un attimo e rispose che avrebbe voluto spedirla a casa.
L'impresario chiese allora: "Perchè vuole spendere 5000 dollari per spedire a casa sua moglie quando sarebbe bello seppellirla qui e spenderebbe solo 150 dollari?"


L'uomo rispose " Molto tempo fa un uomo morì qui, fu sepolto qui, e tre giorni dopo resuscitò.
Non posso correre questo rischio!

I carabinieri e i coccodrilli.. (Barzelletta)


Due carabinieri, sapendo che la vendita di scarpe di coccodrillo puo’ portare a lauti guadagni, danno le dimissioni e partono per l’Africa.
Ivi giunti, affittano una canoa e risalgono il fiume.
All’improvviso vedono un coccodrillo che nuota beato, uno si tuffa e dopo una terribile battaglia alla fine lo solleva fuori dall’acqua. Il suo compagno pero’ lo guarda ed esclama: “Che sfiga, non ha le scarpe, ributtalo in acqua”.

Dopo un po’ trovano un altro coccodrillo: uno si tuffa, battaglia all’ultimo sangue, ma dopo averlo sconfitto e sollevato, il suo compagno esclama: “Ehhh, ma che scalogna! Anche questo e’ a piedi nudi, ributtalo dentro”.

La stessa scena si ripete varie volte finche’ i due decidono di rinunciare all’impresa e di ritornare in Italia.

Si ripresentano al maresciallo: “Purtroppo ci e’ andata male, vorremmo essere riassunti”. Il maresciallo: “Certo, ma come mai avete fallito?”.
“Il fatto e’ che di coccodrilli nell’acqua ne abbiamo trovati tanti, ma erano tutti a piedi nudi, senza scarpe”.
Il maresciallo si mette a ridere e poi dice: “Ma siete proprio scemi! Scusate un po’, se erano nel fiume a fare il bagno, le scarpe le avranno lasciate in spiaggia, no?”.

Il poliziotto e la bambina.. (Barzelletta)


Un poliziotto a cavallo sta aspettando il verde per attraversare la strada, quando una bambina su una bicicletta nuova di zecca si ferma accanto a lui. "Bella bici" - dice il poliziotto. "Te l'ha portata Babbo Natale?" e la bambina: "Certo che me l'ha regalata lui".

Dopo aver scrutato la bicicletta, il poliziotto consegna nella mani della bambina una multa da 5 euro e dice: "La prossima volta dì a Babbo Natale di mettere sulla bicicletta una luce posteriore".

La bambina per nulla intimorita, guarda il poliziotto e gli dice: "Bel cavallo, signore. Gliel'ha portato Babbo Natale?" "Certo che me lo ha portato lui" risponde il poliziotto con aria stupita..e la bambina: "Allora la prossima volta dica a Babbo Natale che i coglioni vanno sotto il cavallo non sopra".

Napoli: il sindaco vuole incoraggiare l’utilizzo delle cinture.. (Barzelletta)


A Napoli il sindaco vuole incoraggiare l’utilizzo delle cinture, pertanto decide di dare un premio di ben 1000 euro al primo automobilista che ogni mattina passerà d’avanti a una pattuglia di vigili urbani con la cintura allacciata.

Il primo giorno il premio va ad un automobilista che sta uscendo dal porto.
I vigili lo fermano e si congratulano con lui e gli chiedono cosa pensa di fare con i soldi vinti.
– Beh – dice l’automobilista – penso che andrò a scuola guida pe accattam’a patient…
– Nun lo state a sentì – interrompe la donna vicino a lui – scherza sempre quando sta ubbriaco!
– Sul sedile posteriore un uomo che stava dormendo si sveglia, vede la scena e grida: – ‘O ssapevo che nun saremmo passati co’a macchina arrubbata!
Improvvisamente, si sente un colpo dal baule, e due voci con accento africano chiedono: – Ehi….siamo usciti dal porto?!!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...