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STORIE DIVERTENTI
L’aspirina per il raffreddore, ma anche contro i tumori gastrointestinali..
Una recente ricerca americana ha dimostrato che assumere con regolarità aspirina (Acido Acetilsalicilico) riduce di circa il 15% il rischio di avere tumori gastrointestinali, in primis per quanto riguarda il tumore al colon retto.
I pareri relativi ad un’assunzione frequente dell’aspirina (Acido Acetilsalicilico o ASA), l’antinfiammatorio più conosciuto al mondo, sono spesso molto contrastanti.
Ora una ricerca condotta da un gruppo di esperti del Massachusetts General Hospital di Boston e pubblicata sulle riviste “JAMA Oncology” e “The Journal of the American Medical Association“, ha dimostrato che assumere aspirina, almeno due volte alla settimana per un periodo di tempo di sei anni, protegge da alcuni tipi di tumori, tra cui i tumori gastrointestinali, il cui rischio di incidenza si riduce di circa il 15%, arrivando fino al 19% nel caso del tumore del colon-retto. Inoltre, nei pazienti già colpiti dalla neoplasia abbasserebbe la mortalità. Non comporterebbe, invece, una riduzione del rischio di cancro al seno o alla prostata.
Questo effetto benefico è probabilmente legato alla capacità dell’aspirina di agire sulla prostaglandina E2 (o Pge2), la molecola che “nasconde” le cellule potenzialmente pericolose al sistema immunitario che dunque non è più in grado di riconoscerle. Dunque l’aspirina potrebbe essere utile non solo per combattere i dolori legati all’emicrania, al mal di denti e ai sintomi influenzali.
Per arrivare a questa evidenza i ricercatori hanno osservato, per ben 32 anni, un campione costituito da più di 135.000 persone, uomini e donne, malati e sani, di età 40-75 anni, che sono stati arruolati negli studi Nurses’ Health Study e Health Professionals Follow-up Study.
Aspirina, effetti collaterali del farmaco:
Andrew Chan, professore di medicina alla Harvard Medical School e coautore dello studio, ha commentato: “A questo punto potrebbe essere considerato ragionevole parlare col proprio medico dell’ipotesi di assumere l’aspirina per prevenire i tumori gastrointestinali, in particolare se ci sono fattori di rischio in famiglia, ma i pazienti devono anche essere correttamente informati sugli effetti collaterali potenziali di questo farmaco e proseguire comunque i test di screening”.
Quindi attenzione, in ogni caso, a ricorrere a terapie “fai da te”, soprattutto alla luce del fatto che questo farmaco può portare a forme emorragiche, a causa della sua proprietà anticoagulante, ad ulcere e ad orticarie. In attesa di ulteriori ricerche e sperimentazioni sarebbe quindi meglio continuare ad utilizzare questo farmaco per gli scopi tradizionali.
Diede alla luce 7 gemelli, bellissimi.. Eccoli 19 anni dopo..
Nel 1997, Bobbi e Kenny McCaughey sono finiti su tutti i notiziari per aver messo al mondo ben 7 gemelli, tutti sopravvissuti al parto.
I loro nomi sono Kenny, Kelsey, Natalie, Brandon, Alexis, Nathan e Joel McCaughey. Ecco in questa foto accanto alla loro mamma orgogliosa.
Bellissimi!
Eccoli in quest’altra foto quando erano ancora più piccoli.
Con tre femmine e quattro maschi, Bobbi può certamente ritenersi soddisfatta della sua prole ed anche di se stessa, che è stata molto brava a portare avanti una gravidanza certamente molto complessa e pericolosa per la sua vita e per quella dei suoi piccoli.
Ecco Bobbi con i suoi 7 gioielli in una foto davvero esilarante.
Avevate mai visto un passeggino così capiente? Beh sicuramente no. Ma quello che stupisce maggiormente è la naturalezza con la quale Bobbi porta in giro i suoi piccoli. E’ riuscita subito ad organizzarsi e a trovare il giusto equilibrio.
Dopo 19 anni sono stati ospitati in un programma televisivo per raccontare la loro storia,
certamente non facile, fatta di alti e bassi ma con una grande certezza di fondo che li ha sempre tenuti uniti: l’amore. Fratelli e sorelle si vogliono molto bene e ne vogliono tanto anche ai loro genitori.
Eccoli oggi, sono una famiglia felice
ed hanno voluto raccontare a tutti la loro storia. Hanno tutti interessi diversi presto prenderanno direzioni differenti ma anche a chilometri di distanza saranno legati da quel filo sottile che solo i gemelli hanno e che li legherà per tutta la vita.
I loro nomi sono Kenny, Kelsey, Natalie, Brandon, Alexis, Nathan e Joel McCaughey. Ecco in questa foto accanto alla loro mamma orgogliosa.
Bellissimi!
Eccoli in quest’altra foto quando erano ancora più piccoli.
Con tre femmine e quattro maschi, Bobbi può certamente ritenersi soddisfatta della sua prole ed anche di se stessa, che è stata molto brava a portare avanti una gravidanza certamente molto complessa e pericolosa per la sua vita e per quella dei suoi piccoli.
Ecco Bobbi con i suoi 7 gioielli in una foto davvero esilarante.
Avevate mai visto un passeggino così capiente? Beh sicuramente no. Ma quello che stupisce maggiormente è la naturalezza con la quale Bobbi porta in giro i suoi piccoli. E’ riuscita subito ad organizzarsi e a trovare il giusto equilibrio.
Dopo 19 anni sono stati ospitati in un programma televisivo per raccontare la loro storia,
certamente non facile, fatta di alti e bassi ma con una grande certezza di fondo che li ha sempre tenuti uniti: l’amore. Fratelli e sorelle si vogliono molto bene e ne vogliono tanto anche ai loro genitori.
Eccoli oggi, sono una famiglia felice
ed hanno voluto raccontare a tutti la loro storia. Hanno tutti interessi diversi presto prenderanno direzioni differenti ma anche a chilometri di distanza saranno legati da quel filo sottile che solo i gemelli hanno e che li legherà per tutta la vita.
Il sabato sera, è veramente d'obbligo passarlo fuori casa? (Leggetela)
Tante volte, nel ritrovarmi da sola durante il weekend, quando pare che tutto il mondo sia fuori a divertirsi e a vivere chissà quali straordinarie esperienze, mi sono sentita veramente fuori posto.
"Ancora una volta sono qui ad annoiarmi, e invece tutti sono fuori con i loro amici: cosa c'è che non va in me? Ci deve essere qualcosa di sbagliato, non sono come le persone normali. E poi -per carità- spero che nessuno mi chieda cos'ho fatto durante il weekend lunedì"
E' la sensazione di "dovere" avere una vita sociale. Voler passare del tempo con altre persone non perché hai voglia di vederle, ma perché senti di doverle vedere per non essere diversa/strana/fuori dai giochi.
Avevo davvero voglia di uscire con altra gente? Era irrilevante, sapevo solo che bisogna farlo, se no non si è normali. Quella volta che riuscivo ad uscire con un gruppetto di persone, tornavo a casa e più che essere contenta della bella serata, ero sollevata di poter dire: questo sabato ho fatto quello che dovevo.
Detto molto onestamente, mi sono resa conto che non volevo stabilire dei rapporti con le persone, ma sfruttarle per sentirmi a posto con la coscienza e poter dire di non essere sola.
E invece non c'è nessun obbligo. Mi rendo conto di quanta libertà ho in realtà di passare il finesettimana come meglio credo. Sono da sola, e ci sono così tante cose che posso fare, che in compagnia non potrei fare: guardarmi un film, leggere un libro, cucinare qualcosa, tirare fuori qualche vecchio ricordo, scrivere, disegnare...e ringrazio di poter essere così indipendente e così libera: non dipendo dagli altri per stare bene.
Ci sono persone che senza gli altri smettono di esistere, persone per cui l'identità solitudine=noia è un postulato, è indubitabile.
Non voglio essere così: la solitudine è preziosa, ti arricchisce dentro se vissuta con serenità.
Questa sera mi metterò a leggere Dracula, che da tempo è sul comodino e aspetta di essere cominciato, e poi magari guarderò un film. (A proposito, consigli?XD).
Siccome se vedete questa discussione di sabato sera probabilmente anche voi siete da soli (a meno che non vi stiate collegando a fobiasociale da un'affollata discoteca, ma è un'ipotesi che mi sento di scartare), mi piacerebbe che condividessimo il modo cui viviamo questi weekend solitari...
E un'altra cosa: avendo vissuto sia i finesettimana da evitante che quelli passai in discoteca/locali vari posso dire quanto idealizziamo quest'ultimo tipo di serate quando non le conosciamo.
E' tutto costruito ad arte per sembrare l'apice del divertimento, il massimo in cui si può sperare, ma c'è dietro tanta, tanta finzione.
Io mi sono divertita a ballare, è bella la sensazione di lasciare da parte l'imbarazzo e lasciarsi andare; ma ho visto tante ragazze ballare a disagio su tacchi impossibili, nella speranza di catturare qualche attenzione maschile, che poi ovviamente va rifiutata per non sembrare "facile"...tanti ragazzi passare la serata a provarci con una ragazza dopo l'altra, quasi meccanicamente (proprio tipo catena di montaggio)...
La cosa assurda è che a volte gente che hai visto passare la serata a muovere le braccia in modo perplesso, guardandosi intorno a disagio, ti viene a dire: "serata fantastica ieri!!! siamo stati a ballare fino alle 4!!", e poi ti accorgi che certe persone non mirano a divertirsi, si accontentano dell'illusione di essersi divertiti.
Io sono il tuo angelo..
Vidi una ragazzina seduta tutta sola nel parco. Tutti le passavano vicino e non si fermavano per scoprire perché sembrasse così triste. Indossava un vestito rosa logoro, scalza e sporca, sedeva e guardava la gente passare.
Non provava mai a parlare. Non diceva una parola. Molti le passavano vicino, ma nessuno si fermava. Il giorno dopo decisi di tornare al parco per curiosità, per vedere se la ragazzina stava ancora lì. Sì, era lì, proprio nello stesso posto dov'era il giorno prima, e ancora con lo stesso sguardo triste negli occhi. Quel giorno ero decisa a fare qualcosa ed avvicinarmi alla ragazzina. Che, come tutti sappiamo, un parco pieno di gente strana non è il posto giusto dove dei bambini possano giocare soli. Nell'avvicinarmi notai la parte posteriore del vestito della ragazzina. Aveva una forma grottesca. M'immaginai che fosse quella la ragione per cui la gente passava e non faceva lo sforzo di parlare con lei.
Le deformità sono un colpo basso nella nostra società , e il cielo vieta di fare un passo verso di esse e assistere qualcuno che è diverso. Avvicinandomi ancora, la ragazza abbassò appena gli occhi per evitare il mio sguardo.
Da vicino potei vedere più chiaramente la forma della sua schiena. Aveva la forma orribile di una gobba esagerata.
Sorrisi per farle capire che era tutto ok; ero lì per aiutarla, per parlare.
Mi sedetti accanto a lei e esordii con un semplice "ciao".
La ragazzina sembrò colpita, e balbettò un "salve" dopo avermi a lungo fissato negli occhi. Sorrisi e anche lei sorrise timidamente. Parlammo finché venne sera, e il parco fu completamente vuoto. Chiesi alla ragazza perché fosse così triste.
Lei mi guardò e con tristezza disse "perché sono diversa". Immediatamente risposi "lo sei!"; e sorrisi.
La ragazzina sembrò ancora più triste e disse "lo so". "cara," dissi, "mi sembri un angelo, dolce ed innocente".
Mi guardò e sorrise, poi si alzò in piedi lentamente e disse "davvero?"
"sì, sei come un piccolo angelo custode mandato a prenderti cura della gente che passa". Annuì con la testa, e sorrise.
Così facendo aprì la parte posteriore del suo vestito rosa e lasciò uscire le sue ali. Poi disse "lo sono". "sono il tuo angelo custode" con un luccichio negli occhi.
Rimasi senza parole - di certo stavo avendo un'allucinazione.
Disse "per una volta hai pensato a qualcuno oltre a te stessa. Il mio lavoro qui è finito."
Mi alzai in piedi e dissi "aspetta, perché nessuno si è fermato per aiutare un angelo?"
Mi guardò, sorrise, e disse "sei l'unica che possa vedermi" e poi se ne andò.
Sapete perchè si usa la mimosa come simbolo della festa della donna? Leggete e scopritelo.
Perchè si usa la mimosa, come simbolo della festa della donna?
Ecco le due versioni storiche:
La prima più antica risale al 1908.
Siamo in America, a Chicago, ed è l'8 marzo.
Al passaggio dei funerali delle lavoratrici morte nell'incendio della fabbrica occupata per difendere i propri diritti, la folla commossa recise dagli alberi rametti di fiori gialli lanciandoli sul corteo.
La seconda invece risale al 1946.
Siamo in Italia a Roma e l'UDI (Unione Donne Italiane) doveva scegliere un simbolo floreale per festeggiare il primo 8 marzo postbellico così come il garofano rosso lo era per la festa del lavoro.
Le donne, essendo i giardini pieni di mimose e dunque facilmente reperibili in marzo… oltre ad essere durevoli e profumate… optarono per le mimose. Ma non fu una scelta semplice, bensì complessa, che a raccontarla oggi appare come una bella leggenda.
Infatti le donne preferivano l'orchidea ma Teresa Mattei, che l'anno dopo avrebbe fatto parte dell'Assemblea Costituente, per evitar la scelta di un fiore costoso come quello, s'inventò una leggenda cinese… raccontando che la mimosa per quel popolo rappresentava il calore della famiglia ed era il simbolo la gentilezza femminile.
In tal modo convinse tutte le donne e la mimosa, vinse.
La pianta, Mimosa - Acacia Dealbata:
Pianta originaria della Tasmania, fa parte del genere Acacia e della famiglia delle Leguminose, ed in particolare alla sottosspecie delle Mimosacee. E' un albero da fiori gialli e a grappolo, con un profumo dolce e fragrante che fu Introdotto in Europa nel 1800.
Usi, medicinali e profumi:
La sua corteccia è stata adoperata, nell'uso medicinale, come astringente e antidiarroica mentre i fiori nella ccreazione di profumi.
Inoltre possiede tannini ed un olio usato per l'aromaterapia e per il trattamento di alcune malattie cutanee.
Dedicato a ....ME (Bellissima da leggere)
Che credo ancora nei sogni....e li faccio ad occhi aperti.
Che ho bisogno di un abbraccio vero ma non una pacca sulla spalla.
Che davanti all'amore getto le maschere... e la logica.
Che non riesco a dire ti amo facilmente,ma se lo faccio è verità assoluta.
...A me... che detesto le persone che si piangono addosso
e patisco il compatimento.
Che odio i tradimenti ma so anche perdonare.
Che non riesco ad essere cattiva quel tanto che vorrei.
Che non mi metto sullo stesso piano di chi mi fa del male, ricercando vendette.
Che sono esigente con me stessa e mal sopporto i fallimenti.
Che sono incapace di chiedere aiuto ma solo a darlo.
A me... che sono diffidente ma capace di slanci d'affetto.
Che spesso mi sento in colpa anche per responsabilità non mie.
Che non riesco a scrollarmi di dosso certi... vissuti che andrebbero cancellati.
Che mi chiedo sempre "perchè" di certi atteggiamenti.
Che non ho paura di esternare emozioni o di rimettermi in gioco.
Che sono troppo tollerante, anche con chi non merita.
Che ho una corazza incollata alla pelle, ma vulnerabile dentro.
E a quelli come me.
Che sognano una felicità delirante.....!!!
...E dedicato... forse anche un pò a te...che hai premuto il tasto "play" del cd della vita facendomi credere che qualcosa di bello nella vita nonostante tutto può e accade ancora...!!! Cercherò di farti comprendere che dopo una battaglia persa quella più bella sarà quella che vinceremo...insieme!!!
(Rita)
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