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STORIE DIVERTENTI
Sapevate che il colore degli occhi influenza la nostra vita e la nostra personalità...
Il colore degli occhi, scientificamente, E un tratto poligenico , Che Deriva cioè da Più geni. I tre geni conosciuti, per ora, nell'uomo, Sono Responsabili dei tre Principali colori degli occhi: marrone, verde e azzurro. Il Più diffuso al mondo è il marrone, il Che in molte Aree della Terra è L'Unico Presente nell'iride.
Affidabile o no? Sono i Tuoi occhi a stabilirlo.
Secondo un recente studio di un'università di Praga su ciò che può rendere una persona più o meno affidabile il colore degli occhi gioca un ruolo importante.
Gli occhi marroni:
gli occhi marroni denotano intelligenza, simpatia e bellezza interiore. Ma anche pigrizia, e una certa tendenza all’inconcludenza. Queste persone hanno un enorme successo in campo sentimentale, grazie anche alla loro garbatezza e disponibilità, e sono in genere brillanti e simpatiche.
Gli occhi grigi:
in quanto poco diffusi, soprattutto nell’area mediterranea, denotano rarità. Affidabili e sincere, queste persone si fanno amare dal partner per la loro semplicità. Le donne sono molto affascinanti, gli uomini dolci e simpatici.
Gli occhi neri:
appartengono alle persone pragmatiche, che si cimentano nelle situazioni, dando il massimo. Eccellono nelle attività sportive, sono sicuri di sé, impavidi e superbi. Amano la competizione ed aspirano al primato. Eccentrici, adorano attirare l’attenzione e spesso, per questo, rischiano di essere considerati dei freddi calcolatori.
Gli occhi azzurri:
sono simbolo di fascino. Chi li possiede è una persona tendenzialmente gelosa di tutto ciò che ha, ma non del proprio partner, verso il quale mostra piena fiducia. Facili all’innamoramento, queste persone si fidano facilmente degli altri, mostrando il loro animo puro e gentile.
Gli occhi verdi:
simboleggiano la generosità ed anche la permalosità. Le donne sono molto gelose ed ipercritiche verso gli altri, ma anche capaci di amare dandosi al 100%. L’uomo con gli occhi verdi è vanitoso e ama ricevere i complimenti di chi lo circonda, è intelligente, dolce e fortunato in amore. Abile seduttore, ama provocare e stupire.
Gli occhi cerulei:
la cui tonalità varia dal grigio-blu all’azzurro, sono associati all’idea della rarità, dell’eccezionalità. Chi li possiede è persona intelligente, e si mostra agli altri senza reticenza. Fortemente attaccata a ciò che le appartiene, è inoltre oculata nella gestione dei propri beni economici e materiali. Seduttori nati, gli individui con gli occhi cerulei conquistano con uno sguardo.
Lasciami crescere mamma.. (Bellissima)
Mamma, lasciami crescere come cresce un bambino, se non imparo dalle esperienze non saprò affrontare al meglio la vita.
Mamma, lasciami correre e poi sbucciare un ginocchio, dopo aver pianto imparerò che cadere vuol dire farsi male, imparerò a stare attento, imparerò dal pericolo ad essere prudente.
Mamma, lasciami imbrattare di colore la scrivania, lascia che le mie mani si sporchino di tempera, di colla e adesivo, imparerò coi colori a dipingere il mio mondo.
Mamma, lasciami sporcare la faccia di sugo, lascia che con le mani io scopra il cibo, lascia che io scopra i sapori, lasciami provare, non mi imboccare! Se tu insisti io mi arrendo e cercherò te ogni volta che non avrò voglia di mangiare da solo.
Mamma, lasciami piangere ogni tanto, non correre da me appena accenno un lamento, prova ad aspettare, io devo imparare a cavarmela da solo! Cosa farò quanto dovrò affrontare le difficoltà e tu non sarai al mio fianco?
Mammina, lascia le tue faccende ogni tanto, sporcati la faccia di marmellata come me, imbratta le tue mani di tempera, costruiamo insieme grandi castelli, enormi vascelli, piramidi di Lego, se ti siedi vicino a me io ti sento più vicina.
Mamma, non fare quella faccia quando ho la febbre, io mi devo ammalare, i batteri e i virus mi devono fortificare, smettila di andare nel panico, vivrò nella paura se tu hai sempre troppa paura per me.
Mamma, se mi lasci dalla nonna non è la fine del mondo, anche loro hanno bisogno di me ed io ho bisogno di loro! Vai pure fuori e mangiati una pizza, non morirò di fame e non impazzirò dalla solitudine, imparerò dalla lontananza a non dipendere sempre da te.
Mamma, se vado piano tu non correre, non sono una macchina e ho bisogno di tempo per imparare. A te sempre facile ciò che per me è incomprensibile, ricordi quando eri bambina? E’ successo anche a te di non capire le cose semplici.
Mamma, fidati di me, io sono piccolo ma sto imparando a vivere! Lasciami la mano qualche volta, fammi correre, fammi nascondere, fammi giocare, se mi imbottisci con quel maglione io quasi non posso respirare!
Vivi mamma e lascia che io viva, lasciami vivere a modo mio, rispetta i miei tempi, i miei spazi e i miei sogni!
Mamma, non lo so se sarà ingegnere e non lo so se sarò uno chef, dammi la libertà di scegliere, di sbagliare, di capire a mio modo ciò che voglio diventare.
Mamma, non scordarti del bacio della buona notte e nemmeno dell’imbocca al lupo quando vado a scuola, un giorno rimpiangerai ciò che sbadatamente non sei riuscita a darmi ed io per sempre rimpiangerò ciò che davvero mi serviva da te.
Io ti adoro e tu mi ami, ma se ti fidi di me io mi fiderò del mondo.
Mamma questo è anche il mio mondo ed io voglio scoprirlo con te. (di Sabina B.)
Una lettera che nessuno lesse mai..
"Ci fu uno strano giorno, una volta, su una panchina congelata. Una di quelle in legno, perennemente umide.
Osservavo il cielo, nient'altro; mi piaceva.
Un signore m'era seduto affianco.
Con uno strano cappello in testa, alcune rughe a bordo viso e un sorriso stampato.
Anche lui osservava il cielo.
Aveva l'aria di uno che ce l'aveva fatta, di uno che la vita l'aveva spremuta parecchio.
Aveva la tranquillità di uno che era anche pronto ad andarsene.
Stavamo lì, io con occhi di giovane a immaginare un futuro, e lui, a rivivere il passato.
Ruppe il silenzio come se per lui, in quel momento, la parola fosse necessaria.
Mi raccontò di come la sua infanzia l'aveva formato.
Tra le campagne, presto a lavorare.
Quando un paio di scarpe doveva durare anni e guai, se il piede cresceva.
Di come fu costretto ad abbandonare la scuola.
Di come al suo tempo, la cultura, non sfamasse.
Mi raccontò di come conobbe lei.
Mi raccontò di come lei iniziò a sfamare un'altra parte di lui.
Mi raccontò di come le parole furono il suo sfogo e io, in quel momento, forse risi.
Come potevano le lettere, svuotare le persone?
Lui mi disse che non c'era modo di spiegarlo, però cercò di farlo ugualmente.
Ma io ero testa dura, la carta non poteva intrappolare le emozioni.
Un giorno lo vidi nuovamente e la sua vista fu straziante.
Era dolore, dolore allo stato puro.
Non ci furono parole quel giorno.
Solo più avanti, mi raccontò della moglie, e di come aveva smesso di respirare.
Mi raccontò di come il suo amore non lo abbandonò comunque.
Mi raccontò quanto fosse ingiusto e di come la morte si prendesse gioco di lui.
Mi raccontò di come la morte portasse via i corpi, ma non i sentimenti.
Quelli, li lasciava lì, come pasto di qualche vagabondo.
Mi raccontò di come la vita si nutrisse di emozioni, e di come invece la morte prediligesse le anime.
Mi raccontò di come fu crudele con lui quel mostro.
Ma mi raccontò anche di come non potessero esistere una in assenza dell'altra.
Mi raccontò tante cose, quell'uomo.
Quella sera, tornai a casa e feci una cosa che forse mi salvò.
Presi carta, penna, e scrissi.
Su quel foglio presero vita urla, sussurri, promesse, dolore e rabbia.
C'era di lui tutto ciò che mi aveva raccontato.
C'era come lo vedevo io.
Su quel foglio c'era lui.
Ed ero decisa che avrebbe dovuto sapere, che per lui avevo scritto.
E volevo lui sapesse di come avevo aperto la mente.
Finii la mia lettera, e nei giorni a seguire lo aspettai.
Lo aspettai come si aspetta il ritorno di un parente lontano.
Lo aspettai come si aspetta un amico.
Lo aspettai, come una donna che conosce il vero peso dell'attesa.
Lo aspettai, e continuai a farlo.
Ma quel giorno, rimasi sola.
Io, e la mia lettera che nessuno lesse mai.
A proposito di Amicizia.. (bellissimo racconto)
Un ragazzo chiese, a sua madre: ‘Mamma, posso andare a trovare un mio amico in ospedale? È molto malato.’ Mamma: 'Certo, ma che cos'ha?’Il ragazzo guardò il pavimento: 'Un tumore al cervello’.
La madre rispose totalmente scioccata: 'Cosa ci vai a fare? Vuoi vederlo morire?’
Il ragazzo si girò e se ne andò.
Ore dopo, il ragazzo tornò totalmente triste e con le lacrime agli occhi.
“Mamma era così terribile è morto davanti a me..”
La madre rispose furiosa: “Sei contento adesso? Ha avuto senso la tua visita?”
Al ragazzo scese l'ultima lacrima accompagnata da un sorriso:
“Molto, sono arrivato in tempo.. Mi ha sorriso e mi ha detto 'Sapevo che saresti venuto.’”
C'è solo un grande amore nella vita.. (Leggetela)
"Dicono che durante la nostra vita abbiamo due grandi amori. Uno con il quale ti sposerai o vivrai per sempre, può essere il padre o la madre dei tuoi figli: con questa persona otterrai la massima comprensione per stare il resto della tua vita insieme. E dicono che c’è un secondo grande amore, una persona che perderai per sempre. Qualcuno con cui sei nato collegato, così collegato, che le forze della chimica scappano dalla ragione e ti impediranno sempre di raggiungere un finale felice. Fino a che un giorno smetterai di provarci, ti arrenderai e cercherai un’altra persona che finirai per incontrare. Però ti assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo bacio, o anche di discutere una volta in più. Tutti sanno di chi sto parlando, perché mentre stai leggendo queste righe, il suo nome ti è venuto in mente. Ti libererai di lui o di lei e smetterai di soffrire, finirai per incontrare la pace, però ti assicuro che non passerà un giorno in cui non desidererai che sia qui per disturbarti. Perché a volte si libera più energia discutendo con chi ami, che facendo l’amore con qualcuno che apprezzi."
Scoperto nel Cilento uno dei “segreti” dei centenari. Ecco il...
Scoperto nel Cilento uno dei “segreti” dei centenari. Ecco il biomarcatore della longevità.
Lo studio CIAO (Cilento Initiative on Aging Outcome) ha portato a scoprire uno dei segreti della longevità. Bassi livelli circolanti di bio-ADM (adrenomedullina) correlano con un microcircolo super-efficiente, che a sua volta potrebbe essere uno dei presupposti per arrivare a spegnere le cento candeline. Se il ruolo di questo biomarcatore della longevità venisse confermato si inaugurerebbe un nuovo filone di studi che porterà ad una più facile individuazione dei fattori allunga-vita.
Qual è il segreto dei centenari e come scoprire il loro elisir di lunga vita? Molte le ipotesi tirate in ballo finora, dai fattori genetici, alla restrizione calorica, alla dieta Mediterranea corredata da un ragionevole esercizio fisico (i maratoneti purtroppo non sono noti per la longevità). Ma una risposta definitiva ancora non c’è. E quindi si continua a cercare, anzi a ricercare; ovviamente laddove il terreno potrebbe essere fertile di risposte, cioè nelle terre dei centenari.
Da queste premesse prende il via CIAO (Cilento Initiative on AgingOutcome), uno studio pilota su una delle popolazione più longeve del mondo, portato avanti dai ricercatori dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma. Le prime evidenze sembrano indicare che i centenari hanno una perfusione di organi e tessuti (come i muscoli) efficiente come quella dei trentenni. Una caratteristica della longevità che è anche facilmente misurabile: una bassa concentrazione di adrenomedullina (bio-ADM) circolante rappresenta un fedele indicatore di un buon microcircolo. E si tratta di un importante passo avanti nello studio della longevità perché disporre di un biomarcatore facilmente misurabile apre la strada alla ricerca dei fattori che possono contribuire all’allungamento della vita.
Il team di ricerca del professor Salvatore Di Somma ha preso in esame due gruppi di soggetti residenti nel Cilento. Il primo, composto da 29 individui ‘super-anziani’ (età media 92 anni), l’altro di 52 loro parenti più giovani (età media 60 anni) conviventi con i super-nonni e candidati a loro volta a diventarlo, visto il comune background genetico e l’esposizione agli stessi fattori ambientali e di stile di vita.
Tutti sono stati sottoposti al dosaggio del MR-proANP, un biomarcatore di funzionalità cardiaca, del penKid, un biomarcatore di funzionalità renale e della bio-ADM, un regolatore della vasodilatazione e dell’integrità dei vasi, influenzante i livelli pressori. I risultati di queste analisi sono stati confrontati con quelli di 1.294 persone in buona salute (età media 63,9 anni), monitorate per otto anni all’interno del progetto MPP (Malmö Preventive Project, coordinato dal Professor Olle Melander dell’università di Lund in Svezia).
Come previsto, bassi livelli di MR-proANP e di penKid nei due gruppi dei controlli giovani stanno ad indicare una buona salute del cuore e dei reni; entrambi questi fattori sono invece risultati elevati nel gruppo dei super-anziani, come probabile spia di invecchiamento di questi organi. Tuttavia, pur presentando livelli di MR-proANP e di penKid sovrapponibili a quelli riscontrati rispettivamente nei soggetti con scompenso cardiaco o con insufficienza renale, i super-nonni apparivano in ottima forma e mostravano valori di bio-ADM (spesso elevati in maniera patologica nei soggetti con scompenso cardiaco e insufficienza renale) paragonabili a quelli dei ‘giovani’.
“Bassissime concentrazioni di questo biomarcatore – spiega Di Somma – stanno ad indicare il buon funzionamento del sistema endoteliale e del microcircolo, garantendo così una buona perfusione di organi e muscoli.” Sarà necessario evidentemente validare ulteriormente il ruolo del bio-ADM come biomarcatore della longevità ma se questo fosse confermato si aprirebbe tutto un nuovo filone di studi volti a individuare quali stili di vita, farmaci o integratori siano in grado di ridurre i valori di questo biomarcatore e di migliorare dunque l’efficienza del microcircolo.
L’adrenomedullina è un ormone prodotto dalle cellule endoteliali; tra le sue funzioni biologiche ci sono il controllo della vasodilatazione, della pressione arteriosa e della perfusione d’organo. Elevati livelli plasmatici correlano con una disfunzione di circolo (i suoi livelli ad esempio salgono 2-3 giorni prima che si instauri uno shock settico) e sono indicativi di vasodilatazione e di perdite dai capillari del microcircolo. Per contro un microcircolo intatto è caratterizzato da bassi livelli di bio-ADM.
Il microcircolo è fatti di capillari, vasellini minuscoli che penetrano in maniera appunto ‘capillare’ all’interno di organi e tessuti e che, messi uno dietro, raggiungerebbero una lunghezza di circa 90-110.000 chilometri. Normalmente la concentrazione di capillari è pari a 200-300/mm2 ma gli atleti di sport di resistenza possono averne fino al 40% in più (300-500/mm2); questo contribuisce ad una migliore perfusione e ossigenazione dei muscoli e consente dunque di ottenere performance superiori.
Il prossimo passo di questa ricerca consisterà nell’estendere questo studio a 2.000 soggetti residenti in Cilento per valutare se alcuni pilastri della dieta Mediterranea siano in grado di influenzare le concentrazioni di questo biomarcatore. Un’altra parte della ricerca consisterà nel far trasferire per un certo periodo in Cilento i soggetti con elevati livelli di bio-ADM per valutare se l’ambiente locale sia in grado di ridurne le concentrazioni.
Il Cilento ha una delle popolazioni più longeve del mondo. L’aspettativa di vita media delle donne è di 92 anni (media italiana 84 anni), quella degli uomini 85 anni (media italiana 79 anni); questa regione ha inoltre una delle più alte concentrazioni di centenari del mondo, addirittura superiore a quella della mitica Okinawa (Giappone). Per effettuare questo studio i ricercatori si sono avvalsi di un mezzo mobile che girava per paesi e campagne per visitare i partecipanti al CIAO, intervistandoli sullo stile di vita e prelevando i campioni per le analisi di laboratorio.
Il team di Di Somma già in passato aveva individuato nel rosmarino un ingrediente della dieta mediterranea che potrebbe avere uno perché sulla longevità. Per quanto riguarda le varianti genetiche associate alla longevità e individuate nella popolazione del Cilento e all’interno del Southern Italy Centenarian Study (SICS) ce ne sono alcune che influenzano la sensibilità all’insulina, l’editing dell’RNA e la via delle aromatasi. La membrana cellulare dei globuli rossi dei super-nonni presenta infine un profilo lipidico peculiare. E da oggi le ricerche sui centenari possono disporre anche del biomarcatore di Matusalemme. (Articolo di: Maria Rita Montebelli. Fonte: www.quotidianosanita.it)
Il vero volto dei migranti in Italia: testimonianza di V. A. volontaria alla caritas per 6 anni... (Leggetela)
«Sono stata volontaria alla caritas per 6 anni, poi non ce l'ho più fatta perchè la cattiveria, la prepotenza e l'arroganza delle persone che veninavo a chiedere aiuto mi ha sopraffatta. Sono pelandroni e vogliono solo roba bella e firmata, conoscono le marche e le pretendono e se offri una cosa semplice te la tirano addosso con disprezzo. Appena ti volti rubano quello che gli capita, solo per il gusto di impossessarsi di più roba possibile. A me hanno fatto passare la voglia. Un periodo di volontariato alla Caritas farebbe bene a molte persone, imparerebbero a conoscere il vero volto dei "migranti". (V. A.)»
4 settembre: Madre Teresa di Calcutta proclamata Santa. Papa Francesco: “Si è chinata...
Madre Teresa di Calcutta proclamata Santa. Papa Francesco: “Si è chinata sulle persone sfinite, ha fatto sentire la sua voce ai potenti”
Papa Francesco la proclama Santa e i fedeli, migliaia, si lasciano andare ad un applauso immediato e fragoroso. La tradizionale formula di canonizzazione e poi le parole di Bergoglio, a sottolineare questo momento atteso diciassette anni: “Penso che forse avremo un pò di difficoltà nel chiamarla santa Teresa, la sua santità è tanto vicina a noi, tanto tenera e feconda che spontaneamente continueremo a dirle ‘madre Teresa'”.
Va “a braccio” Papa Francesco mentre racconta il “modello di santità rappresentato” da Madre Teresa, modello che “consegna” a tutto il mondo del volontariato: “Quante mani sostengono, quante lacrime asciugano; quanto amore è riversato nel servizio nascosto, umile e disinteressato! Questo lodevole servizio dà voce alla fede ed esprime la misericordia del Padre che si fa vicino a quanti sono nel bisogno”. Si tratta di “un impegno serio e al tempo stesso gioioso; richiede radicalità e coraggio“, e “i volontari che servono gli ultimi e i bisognosi per amore di Gesù non si aspettano alcun ringraziamento e nessuna gratifica, ma rinunciano a tutto questo perché hanno scoperto il vero amore”. Il cristiano e il volontario si chinano “su quanti hanno perso la fede o vivono come se Dio non esistesse, sui giovani senza valori e ideali, sulle famiglie in crisi, sugli ammalati e i carcerati, sui profughi e immigrati, sui deboli e indifesi nel corpo e nello spirito, sui minori abbandonati a sé stessi, così come sugli anziani lasciati soli. Dovunque ci sia una mano tesa che chiede aiuto per rimettersi in piedi – ha esortato Bergoglio- lì deve esserci la nostra presenza e la presenza della Chiesa che sostiene e dona speranza”.
E Madre Teresa ha difeso la vita umana “quella non nata e quella abbandonata e scartata”: “Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini della povertà creata da loro stessi”. “La sua missione nelle periferie delle città e nelle periferie esistenziali – ha aggiunto – permane ai nostri giorni come testimonianza eloquente della vicinanza di Dio ai più poveri tra i poveri”.
Anjezë Gonxhe Bojaxhiu nata a Skopjie in Albania il 26 agosto 1910 e naturalizzata indiana, è stata “un’instancabile operatrice di misericordia”: “Ci aiuti – ha proseguito Bergoglio – a capire sempre più che l’unico nostro criterio di azione è l’amore gratuito, libero da ogni ideologia e da ogni vincolo e riversato verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione”.
Krtin Nithiyanandam un genio di 16 anni dice di aver trovato la cura al cancro al seno...
ROMA – Lo scorso anno è stato premiato da Google per il suo test svela-Alzheimer, e oggi potrebbe aver aiutato a fare un passo avanti nella lotta contro il cancro.
Ha solo 16 anni Krtin Nithiyanandam, il piccolo genio che sostiene di aver trovato il modo per trasformare uno dei tumori più letali, il cancro al seno triplo negativo, in una forma che risponde alle terapie.
“La maggior parte dei tumori ha recettori sulla superficie che si legano ai farmaci, ma il triplo negativo no. In questo modo i trattamenti non funzionano”, ha spiegato Nithiyanandam al The Telegraph.
Ma lavorando nel suo laboratorio a scuola, sostiene di aver scoperto un modo per aggirare l’ostacolo.
La risposta si troverebbe nell’ibizione della proteina ID4 – responsabile della specializzazione delle cellule staminali, che può portare a trattamenti di maggior successo rispetto quelli tradizionali, una combinazione estenuante di chirurgia, radioterapia e chemioterapia.
“Sono riuscito a trovare un modo per silenziare i geni che producono ID4, portando il cancro ad uno stadio meno insidioso” ha spiegato Nithiyanandam.
In genere, gli ormoni come gli estrogeni e il progesterone, attaccandosi ai recettori ormonali delle cellule tumorali, contribuiscono allo sviluppo e alla crescita di molte forme di cancro al seno.
Questi recettori sono proteine che si trovano nelle cellule del seno, che ricevono messaggi dagli ormoni che dicono alle cellule di crescere.
Farmaci come il Tamoxifen sono utilizzati per il trattamento, in quanto bloccano questi ormoni e inibiscono la crescita della malattia.
Tuttavia, questi farmaci sono inefficaci contro il cancro al seno triplo negativo perché queste cellule tumorali non hanno recettori.
Nithiyanandam sotiene che combinando l’inibizione della proteina ID4 con l’aumento dell’omologo della fosfatasi e della tensina (PTEN) – un soppressore del tumore – potrebbe rivelarsi molto più efficace dei farmaci tradizionali.
Il piccolo genio di Epsom, nel Surrey, spera che la comunità scientifica possa interessarsi alle sue ricerche e lavorare sulla base dei suoi risultati.
tumore al senoCancro al seno “triplo negativo”
Non tutti i tumori al seno sono uguali e il tumore definito “triplo negativo” TNBC (dall’inglese triple-negative breast cancer). è uno dei più aggressivi e più difficili da curare.
Il triplo negativo rappresenta circa il 15% dei casi di tumore della mammella.
Spiega l’Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro):
“Il nome deriva dal fatto che le cellule di questo tumore non presentano sulla superficie nessuno dei tre classici bersagli contro cui sono dirette le cure più efficaci. I bersagli sono i recettori per gli estrogeni, quelli per i progestinici e HER2, un recettore per il fattore di crescita epiteliale. Spesso queste molecole sono presenti in eccesso sulla superficie delle cellule tumorali e sono responsabili dell’incontrollata proliferazione cellulare, in seguito a stimolazione ormonale e del fattore di crescita epiteliale. In mancanza di questi bersagli non resta che affidarsi alle classiche chemioterapie che, però, danno risultati non abbastanza soddisfacenti”
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