LA LEGGENDA DELL'ONDA E DEL MARE

Un giorno l’onda chiese al mare: – mi vuoi bene?. Ed il mare le rispose: – Il mio bene è così forte che ogni volta che t’ allontani verso la terra io ti tiro indietro per riprenderti tra le mie braccia. Senza te la mia vita sarebbe insignificante. Sarei un mare piatto, senza emozione. Tu sei l’ essenza del mio esistere. L’onda fu felice. Tra le braccia del mare. Facendo finta, ogni volta di volare via, per dare quel senso di precarietà alle cose, per renderle preziose. Ed ogni volta il mare la riprendeva, con le sue braccia grandi, per riportarla a sé. Raccontano che una notte la luna illuminava il mondo, e l’onda bianca lentamente, in un ballo infinito, scivolava tra un prendersi e un lasciarsi, col mare che stendeva le braccia per poi ritirarle, facendo finta a volte di non poterlo fare, perché l’onda potesse assaporare anch’ essa quella precarietà che rende le cose preziose. L’onda ed il mare sono ancora lì, nel gioco infinito delle emozioni. E fanno finta che sarà l’ultima volta che l’onda partirà verso la terra, per non tornare più, ma poi, alla fine, è più forte su tutto il bisogno di riprendersi. Nel sogno di un bene senza fine. (T. Kospan)

Amano l'animale di casa come se fosse... (Di: Eliana Canova)

Amano l'animale di casa come se fosse un figlio, sviluppando un attaccamento morboso, certo aiutare gli animali è un pregio e non un difetto, ma molte volte si cade nel “patologico”. Molte persone, soprattutto donne, trovano più facile sviluppare empatia nei confronti degli animali domestici che verso le persone. Come mai? Queste persone possono mostrare un enorme interesse e carica emotiva, un atteggiamento ricco di ottimi sentimenti, per non dire di profondo amore per gli animali domestici. Spesso nell’interazione uomo-animale i giovani, ma in particolare i meno giovani, enfatizzano l’ingenuità, la purezza di cani e gatti, e i sentimenti di dolcezza di tenerezza da questi evocati. Alcune di queste persone, tanto affettuose verso gli animali, esprimono con chiarezza di averle adottate, sostituendole nell’immaginario e spesso nei comportamenti a figli che non hanno potuto avere, o che hanno scelto di non procreare. Quand’è che il legame con il proprio animale domestico diventa esagerato, un attaccamento morboso non più equilibrato? Ci sono persone che più che amare mostrano un bisogno d’affetto senza controllo verso gli animali domestici, quasi si fondono psicologicamente con loro. Cani e gatti spesso vengono adulto-morfizzati, nel senso che i proprietari si considerano veri e propri genitori e li trattano come i figli ideali obbedienti, mai deludenti, molto ammaestrabili secondo i propri bisogni inconsci o consci. In altre parole, le proprie frustrazioni sono compensate al massimo di fronte alla fedeltà indiscutibile di cani e gatti. In tal modo, però, non si rispettano nemmeno gli animali che sono interagenti con l’uomo, ma richiederebbero se potessero, di essere riconosciuti per quel che sono secondo la loro natura. Dedicarsi all’aiuto delle persone è in genere più faticoso, l’identificazione con la sofferenza psichica che richiede saper ascoltare con grande attenzione e sensibilità, coinvolge troppo da vicino e perciò per molta gente è difficile da tollerare. Cani e gatti alleviano la solitudine, specie negli anziani, e sono compagni di vita insostituibili. Da che cosa deriva la preferenze della loro compagnia a quella umana? Gli animali domestici sono più docili, più remissivi, più obbedienti e a livello comportamentale, addestrabili. Questo fa sentire potenti, quasi onnipotenti, se si ottiene tutto quello che si vuole da loro. L’animale fa sentire buoni e giustificati, mentre avere a che fare con gli esseri umani, anche solo aiutarli, è più difficile e complesso. L’animale fa sentire più liberi di esprimere le proprie emozioni senza vergognarsi, senza temere di essere puniti, giudicati, condannati. (Di: Eliana Canova)

Donne con le gonne...

“…Xchè arrivata ad una certa età e dopo aver conosciuto e frequentato ogni genere di uomini, da quelli belli, quelli intelligenti, quelli violenti e quelli infantili ora penso solo a me, mi prendo un cane xchè so che lui mi amerà indiscriminatamente, e tu uomo se vuoi entrare nella mia vita ricordati sempre che x me sarai la seconda scelta, si xchè arriverà sempre prima il mio cane in qualsiasi modo, a qualsiasi costo… Tu uomo sarai sempre al secondo posto!” (Di Beppe Tardito)

La moglie fedele...

Una donna rientra a casa e trova il marito a letto con una bella e giovane ragazza. "Porco schifoso!" gli grida la donna, "Come hai potuto farmi questo, una moglie fedele, la madre dei tuoi figli! Ti lascio immediatamente, chiederò il divorzio!" E il marito: "Ehi un momento, lascia che almeno ti spieghi una cosa..." "Va bene, - dice la moglie - tanto queste saranno le tue ultime parole che ascolto..." Lui comincia: "Stavo entrando in macchina per venire a casa quando si è avvicinata questa ragazza e mi ha chiesto un passaggio. Sembrava smarrita, impaurita e indifesa: mi ha fatto compassione, così l'ho fatta salire in auto. Ho notato che era molto magra, mal vestita e assai sporca. Mi ha detto che non mangiava da tre giorni! Così, preso dalla compassione, l'ho portata a casa e le ho scaldato gli involtini di carne che avevo preparato per te ieri sera, quelli che non hai mangiato per timore di metter su peso. Beh, li ha divorati in un istante! Visto che era sporca l'ho invitata a farsi una doccia e mentre era in bagno ho visto che i suoi abiti erano lerci e pieni di buchi: li ho buttati via. Dal momento che aveva bisogno di vestirsi, le ho dato i tuoi jeans di Armani di qualche anno fa, che tu non metti più perché ti sono diventati stretti. Le ho dato anche l'intimo che avevo comprato per il tuo compleanno, ma che non indossi perché dici che ho cattivo gusto. Le ho dato anche quella camicetta sexy che mia sorella ti ha regalato a Natale ma che non metti per farle un dispetto, e anche quegli stivali che avevi preso in quella costosa boutique ma che non portavi perché in ufficio una ne aveva un paio uguali..." A questo punto l'uomo tira un lungo respiro e continua: "Mi era così grata per la mia comprensione e aiuto che mentre l'accompagnavo alla porta, mi si è rivolta in lacrime e mi ha chiesto: "Non c'è qualcos'altro che tua moglie non usa più?" (Dal Web)

Di già, così presto? Avevo tanti piani. - Mi dispiace, ma è...

Un uomo morì. Ad un certo punto vide avvicinarsi Dio portando con sé una valigia. E Dio disse: - Figliuolo è ora di andare. L'uomo stupito domandò: Di già, così presto? Avevo tanti piani... - Mi dispiace, ma è giunta la tua partenza. Cosa porti nella valigia? Domandò l'uomo. E Dio rispose: - Ciò che ti appartiene. Quello che mi appartiene? Porti le mie cose, i miei vestiti, i miei soldi? Dio rispose: - Quelle cose non ti sono mai appartenute, erano del mondo. Porti i miei ricordi? - Quelli non ti sono mai appartenuti, erano del tempo. Porti i miei talenti? - Quelli non ti sono mai appartenuti, erano delle circostanze. Porti i miei amici, i miei familiari? - Mi dispiace loro non ti sono mai appartenuti, erano del cammino. Porti mia moglie, i miei figli? - Loro non ti sono mai appartenuti, erano del tuo cuore. Porti il mio corpo? - Mai ti è appartenuto, il corpo era della polvere. Allora porti la mia anima? - No, l'anima è mia. Allora l'uomo pieno di paura scaraventò la valigia che Dio portava con sé e aprendosi vide che era vuota. Con una lacrima che scendeva dagli occhi, l'uomo disse: non ho mai avuto niente? - Così è, ogni momento che hai vissuto è stato solo tuo. La vita è solo un momento. Un momento solo tuo. Per questo quando hai tempo sfruttalo nella sua totalità. Che nulla di quello che ti è appartenuto possa trattenerti. Vivi ora, vivi la tua vita e non dimenticare di essere felice, è l'unica cosa che vale davvero la pena. Le cose materiali e tutto il resto per cui hai lottato restano qui. Apprezza chi ti apprezza, non perdere tempo con coloro che non hanno tempo per te. (Dal Web)

"Allora ho sentito mia madre...

Mia madre cucinava sempre cibo buono. Ma un giorno lei mise una torta bruciata davanti a mio padre. Ho aspettato per vedere cosa avrebbe detto mio padre. Ma ha tranquillamente mangiato la torta e mi ha chiesto come fosse andata la mia giornata. scusarsi con lui per la sua cena. Non dimenticherò mai la sua risposta. “Cara, mi piace la tua torta.” Più tardi gli ho chiesto se avesse detto la verità. Mi ha messo il braccio sulla spalla e ha detto: “Tua madre ha avuto una giornata difficile al lavoro.” “Era stanca, la torta bruciata non mi ha fatto male, ma una parola brusca avrebbe potuta ferirla.” Tutti commettiamo errori. Non dobbiamo concentrarci sugli errori, ma sostenere coloro che amiamo. Questo è il segreto delle relazioni lunghe e felici.

Cento anni...

Cento anni.
Un secolo.

Quando muore una persona che ha vissuto per così tanti anni, ci si dá pace più facilmente. Ai funerali quasi nessuno piange. Forse lo fanno solo i figli anziani sopravvissuti a loro volta alle loro traversie di vita. Qualcuno si soffia il naso, qualche altro azzarda occhi lucidi, ma nelle parole sussurrate di tutti c’é sempre la consolazione che chi non c’é più, ha vissuto moltissimo e la sua morte è nella logica delle cose. E questa logica consola.

Proprio ieri ero al funerale della mia zia centenaria. Capita che nelle famiglia ci sa un “primo” in qualcosa; il primo figlio laureato, la prima figlia suora, il primo cugino onorevole, il primo nipote americano… Bene. Io ho avuto la mia prima zia centenaria, brillante, come sempre, anche il giorno del suo centesimo compleanno e poi ammalata e costretta a non vedere la sua centounesima candelina. E così ieri ero al suo funerale. Noi, le ragazze di una volta, figlie e nipoti, ormai signore anziane, ci siamo ritrovate per il rito di commiato. Le figlie piangevano piano, le nipoti erano commosse. Ma cento anni, si sa, sono cento. E così diventiamo timorosi di esprimere sentimenti… Con tutti i bambini e i giovani che muoiono, con tutte le madri e i padri che muoiono, come si fa a piangere per un’anziana zia che ha vissuto moltissimo, molto più di tanti altri che lasciano le loro famiglie troppo presto?

A questo pensavo perfino io fino a ieri, fino a quando sono tornata a casa, fino a quando mi sono seduta davanti alla mia tazza di té pomeridiano e nel silenzio della casa ho cominciato a ripensare a quanto la mia zietta ha inciso nella mia vita. Lei … che mi ha regalato il mio primo giradischi personale e il mio primo 45 giri di Elvis, quel Love me tender che è ancora lì nel cassetto in cui conservo parecchi ricordi musicali suonati e risuonati in quei pomeriggi di sabato della mia adolescenza in cui, sconsolata, mi annoiavo a morte pensando al bel Maurizio, il ragazzino che mi aveva strappato il cuore e che era innamorato di tutte le altre ragazzine che non ero io… Lei … che ballava il woogie, il valzer e il tango con uguale energia e abilità e che amava l’arte, la pittura, le cose belle, l’armonia dei colori e delle forme… Lei … che lavorava moltissimo ed era quotatissima nella sua professione, quel lavoro di commercialista che le dava da vivere, che esercitava con meticolosa precisione e che faceva da contraltare alle sue notti insonni in cui sferruzzava e ricamava. Grazie a lei ho amato il lavoro e la manualità e ancora adesso nei miei momenti liberi amo cucire e lavorare a maglia. Grazie a lei ho imparato ad apprezzare il silenzio della casa di notte, quando, libera dai miei altri impegni familiari, potevo e posso fare ciò che volevo e voglio, senza intralcio alcuno. Lei… che decorava con passione gli alberi di Natale e che aveva sempre un regalo per tutti. Lei…che aveva un profumo unico nei suoi abbracci, nei vestiti, in tutto ciò che la circondava e che mi ha regalato il mio primo portacipria con il coperchio di smalto blu che per anni ha viaggiato con me nelle mie borse dovunque andassi.

E quegli anni avventurosi di guerra e di guerra civile e quel suo racconto di fuga per mettersi in salvo con la sua piccolina e quell’anello venduto, senza pensare due volte, alla borsa nera in cambio di una scatola di latte condensato e la sua dignità di madre e di donna, difesa e testimoniata per tutta la vita con splendida integrità morale e personale… E il suo gusto nel vestire, la sua figura slanciata ed elegante, il suo passo lungo e veloce, il suo sorriso, la sua onestà…

Davanti alla mia tazza di té di ieri pomeriggio, ho ritrovato molto ció che sono e che ho cercato di diventare grazie a lei, al suo esempio, alla sua dedizione a ideali e principi vissuti e sentiti. Cento anni e sette mesi senza venire mai meno a se stessa. Forse questo è il senso di una bella vita lunga, del groppo in gola che mi sento e del sorriso che attraversa la mia mente quando penso a lei. (Anna)
(Posted by Beppe Tardito on 07/04/2022)

Sono stanca...

Ciao a tuttie/i, sono Stanca e ho 26 anni. Guardo le altre ragazze e le invidio, per il loro corpo. Invidio quel seno così prosperoso. Invidio quei glutei così importanti, ma sodi. Invidio quegli addominali scolpiti. Invidio quelle braccia toniche. Guardo il mio corpo e mi sento in colpa. È vero, ho anche io le braccia toniche. Ed è vero anche che ho dei bei glutei sodi. Ci mancherebbe con tutto il movimento che faccio. Le tette no. Quelle anche con tutto lo sport del mondo non crescono. Ma fa lo stesso. Mica siamo tutte delle clessidre.

Eppure non ce la faccio. Su di me tutto questo non va bene. Quella non posso essere io. Io sono magra. Scheletrica. Almeno così sono nella mia mente. Guardo le altre ragazze troppo magre e non le invidio. Ma io devo essere magra. Tonica, certamente, ma magra soprattutto. Il mio corpo deve nascondersi, perdersi, a malapena intravedersi in dei pantaloni attillati taglia 38. Non voglio essere bella. Devo essere nascosta. Così Marco non potrà più dire che ho un sedere grande. Se sono magra, Davide non mi può dire che mangio troppo. Se peso poco poco, anche le mie guance saranno magre. Se divento trasparente, Federico non mi può dire che sono ingrassata. Non mi può vedere. Se divento magra, magra, magra, nessuno mi può criticare perché nessuno mi vede. Sono Stanca... (Anemone)

Ci sono donne difficili da amare. Donne che ti....

Ci sono donne difficili da amare.
Donne che ti entrano dentro con un solo sguardo e non se ne vanno più.
Donne che vorresti evitare perché amarle significherebbe mettere in discussione te stesso.
Donne che non parlano ma ti dicono un'infinità di parole.
Donne che in un attimo sono dolcezza, caparbietà, sensualità, odio, amore, quotidianità, meraviglia e tutto quello che cerchi.
Donne magari non bellissime ma diventano affascinanti se vedi le loro anime.
Donne che ridono, sempre e comunque, ma non per questo sono senza cervello.
Donne che non parlano quando le ferisci, accusano il colpo, ti guardano mentre muoiono dentro.
Donne che vorrebbero un abbraccio ma non chiedono nulla.
Donne che sono, ma si sentono nulla.
Donne che vedi forti, spavalde, arroganti perché la loro debolezza la nascondono a tutti, soprattutto a loro stesse.
Donne che amano con il cuore, con la mente e con l'anima.
Angeli caduti per sbaglio sulla terra che non riescono più a tornare indietro. ❤️
Di:Claudia Morzenti
(Posted by Beppe Tardito on 06/04/2022)

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