Il piede rispecchia la tua personalità: dimmi che piede hai e ti dirò chi sei..


Dimmi che piede hai e ti dirò chi sei. Potrebbe sembrare strano, ma la forma dei piedi è in grado di dire molto sulla personalità. Semplici curiosità o ipotesi scientifiche veritiere? Provate a verificare se veramente quello che vi proponiamo corrisponde, almeno per un po’, ai vostri tratti caratteriali. Dimmi che piede hai e ti dirò chi sei. Basta guardarne la forma per capire a quale tipo si appartiene, tra egizio, greco o romano e l'analisi dei tratti distintivi del carattere viene di conseguenza. Tutto dipende dalla proporzione tra l'alluce e le altre dita.

In rete molti credono che la conformazione del piede sancisca una sorta di discendenza dai tre popoli da cui prendono il nome, ma non è così: la classificazione si ispira invece alla somiglianza con la forma delle vele delle navi usate nell'antichità da egizi, greci e romani.

Per gli ortopedici queste caratteristiche sono utili per riconoscere le patologie più comuni, mentre per gli appassionati di podomanzia offrono spunti per distinguere alcuni tratti di personalità.Le dita piccole ci possono dare l’impressione di una persona fragile, o, al contrario, le dita grandi ci descrivono l’idea di chi è ambizioso e vuole raggiungere sempre nuovi obiettivi. Ma non si tratta soltanto di dita, visto che i tratti distintivi di ciascuno si potrebbero individuare anche a partire dall’intera forma del piede. Andiamo a vedere di che si tratta.

1 - Piede romano. Questo tipo di piede viene anche definito quadrato perché la parte anteriore tende ad essere più tozza e meno affusolata rispetto alle altre tipologie. Questo perché le prime tre dita sono all'incirca della stessa lunghezza e quarto e quinto poco più piccoli. Per gli amanti della podomanzia, le persone con il piede tozzo sono taciturne, molto profonde e introverse, ma capaci di grande slancio verso situazioni pericolose atte ad aiutare gli altri. Sono soggette ad inseguire amori impossibili (con relative delusioni). Da un punto di vista ortopedico sono quelle che devono fare più attenzione evitando scarpe troppo strette e costrittive o con tacchi troppo alti, che spingerebbero l'avampiede in punta.

2 - Piede Germanico. Il calcagno del tuo piede è largo quanto le dita? Il tuo piede è un po’ tozzo e può stare dentro ad una forma rettangolare? Sei un tipo “terreno” una persona pratica e stabile che non fa scelte affrettate, un persona con “i piedi per terra”. Ami valutare i pro e i contro di ogni azione. Non ti lasci andare facilmente a fantasie creative e quando hai un progetto lo porti a termine con grande tenacia e serietà, senza sbavature rasentando la perfezione. Per le persone che ti sono vicine, in famiglia, sul lavoro o nel privato, sei un persona affidabile sulla quale si può sempre contare sia per un consiglio che per un aiuto concreto.
                                                                                            
3 - Piede greco.
È quello in cui il secondo dito supera l'alluce. Per alcuni è il più bello esteticamente, tanto da essere soprannominato «piede da modella». In genere è affusolato e ha le ultime due dita più corte rispetto alle prime tre e a scalare. Da un punto di vista ortopedico, le persone con il piede greco sono quelle più fortunate perché possono indossare qualsiasi tipo di calzature senza incorrere in particolari problemi. Secondo la podomanzia, poi, le dita affusolate indicano ambizione, bellezza sfrontatezza e una buona dose di prepotenza, queste persone sono dei leader in quanto riescono a domare ogni situazione portandola a proprio vantaggio.

4 - Piede egizio. È quello più comune in Italia. Si riconosce per la tipica forma a scalare, partendo dall'alluce, il dito più lungo, e andando a decrescere fino al quinto dito. Le persone con l'alluce più grande rispetto alle altre dita, secondo la podomanzia, sono pratiche, razionali, amanti della natura, sempre con "i piedi per terra" ma sono anche persone buone ed altruiste. Per quanto riguarda le calzature, però, devono evitare le scarpe a punta, che costringono l'alluce a ripiegare verso il secondo dito.

5 - Piede Celtico.
Questo tipo di piede ha in tallone più stretto e la parte, che comprende le dita, più larga. Le persone che hanno questo tipo di piede sono portate all’attività fisica, al movimento e all’azione: da adulti potrebbero diventare grandi sportivi o creativi. Spesso sono tipi impulsivi che non controllano la propria emotività e creano situazioni di interesse attivo ma anche ansia e stress, però sanno amare come poche altre, e sono fedeli al partner per tutta la vita. Sono persone contagiose che trascinano coloro che gli stanno vicino trasmettendo entusiasmo.

Se al lavoro state seduti per 8 ore, servono 60' di movimento al giorno...


E' la ricetta per cancellare i danni di un'attività sedentaria. Lo sostiene uno studio pubblicato su The Lancet. I 150 minuti a settimana consigliati dall'Oms non sarebbero sufficienti.

ALMENO un'ora di attività fisica al giorno per compensare gli effetti nocivi del rimanere seduti a una scrivania per le canoniche 8 ore di lavoro. Perché stare fermi e seduti fa male alla salute. Non serve scatenarsi in palestra, ma basta anche fare una passeggiata a ritmo sostenuto. E' la ricetta di un nuovo studio, pubblicato su The Lancet, che ha approfondito il tema dei pericoli legati a una vita sedentaria. E se le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) consigliano almeno 150 minuti di esercizio a settimana la ricerca, sulla base di dati relativi a più di un milione di persone, suggerisce che questa quantità non è sufficiente per molti di noi.

Basta camminare. La sedentarietà è legata a un aumentato rischio di malattie cardiache, diabete e alcuni tipi di cancro ed è associato a più di 5 milioni di morti l'anno. Quando si passa troppo tempo seduti in ufficio e magari a casa sul divano, i muscoli bruciano meno grassi, il sangue circola più lentamente, i piedi si gonfiano. Gli effetti negativi sull'organismo sono numerosi: sulle vene, sui muscoli, sulle ossa. Per non parlare dei problemi alla schiena. "Non c'è bisogno di fare sport, non c'è bisogno di andare in palestra. Va bene anche camminare a ritmo sostenuto, magari al mattino, durante la pausa pranzo, dopo cena la sera. Ed è possibile dividere i 60 minuti di movimento necessari durante la giornata, non per forza eseguirli tutti insieme", spiega Ulf Ekelund, autore principale dell'indagine.

Attenti al cuore. Numerose le ricerche nel tempo hanno messo in evidenza gli effetti benefici dell'esercizio fisico sulla salute. Chi fa lavori d'ufficio e non si schioda dalla sedia per sette-otto ore al giorno, è più vicino al limite dopo il quale aumentano i rischi di problemi al cuore, che è di dieci. Lo sostiene uno studio dell''università del Texas, appena pubblicato dalla rivista Jama Cardiology, che ha preso in esame un campione di oltre 700mila persone. Chi fa sport in modo regolare ha sia una minore probabilità di avere un cancro che una maggiore sopravvivenza. E la protezione dalla patologia potrebbe essere collegata all'adrenalina.

Italiani pigri. Un problema quello della sedentarietà che, secondo l'ultimo rapporto Istat sulla salute, riguarda anche molti italiani.Nel 2015, 23 milioni 524 mila persone (39,9% della popolazione di 3 anni e più) ha dichiarato di non praticare sport né attività fisica nel tempo libero. La pigrizia sembra essere una qualità soprattutto femminile. E' sedentario il 44,3% delle donne contro il 35,1% degli uomini.

Per chi ama gli animali: gatti simpatici che si divertono... (Video)

Addio al buono scuola, arriva il voucher per pagare rette e libri..


Addio al buono scuola, arriva il voucher per pagare rette e libri. Alle famiglie sarà assegnata una carta prepagata.

Niente più buono scuola. Al suo posto arriva il voucher, una sorta di carta prepagata che le famiglie potranno consumare per pagare la retta delle scuole private o, nei negozi, per comprare i libri di testo e biglietti di trasporto. Il modello è quello del buono pasto e, come le famiglie chiedono da anni, il contributo dovrebbe, almeno nelle promesse, arrivare all’inizio dell’anno scolastico e non a scuola chiusa e soldi già spesi. Il tempo per applicare la rivoluzione però è poco se entro l’autunno dovranno essere pronte le convenzioni con librerie, cartolerie e biglietterie. "La rete sarà il più possibile capillare in modo da coinvolgere anche le zone più marginali del territorio" spiega l’assessore Gianna Pentenero che ieri ha presentato le novità a Palazzo Lascaris e a settembre incontrerà la Conferenza per il diritto allo studio per illustrare la piccola rivoluzione.
E se sullo strumento c’è, anche da parte dell’opposizione e delle famiglie, sostanziale condivisione, perché semplifica di molto le procedure, resta la polemica sui tempi e sui soldi: "Troppo pochi" sostengono. Pentenero, però, non ci sta e rivendica lo sforzo fatto "per calibrare meglio il buono scuola alle esigenze delle famiglie e per allineare, dopo anni di ritardo, bando e risorse all’anno scolastico in corso". (Di: Mariachiara Giacosa. Fonte: R.it)

Sindaco di Arezzo emette ordinanza: “Le case popolari prima agli italiani”...


Arezzo, ordinanza: “Le case popolari prima agli italiani”. Il 75% degli alloggi vanno agli aretini.

AREZZO – Dopo aver cacciato la sinistra dal Comune si ripristina l’ordine e il buon senso, soprattutto se mette fine alla discriminazione contro gli italiani. Il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli assegna le case popolari prima agli italiani, se ne avanzano anche agli immigrati. Il contrario di ciò che fanno le giunte rosse.

Che la predominanza di stranieri nelle case popolari sia una pericolosa distorsione del sistema, elemento di ingiustizia sociale e miccia del malcontento, l’ha ammesso di recente persino Fassino. Eppure invertire la tendenza è possibile. Basta la volontà politica e un buon regolamento per rivedere i criteri d’assegnazione. “Prima gli italiani nelle case popolari” non è solo uno slogan. Ad Arezzo ci sono riusciti. Tant’è che ora gli assegnatari degli alloggi per il 75% sono italiani. Prima delle nuove norme studiate dalla Giunta, la percentuale era di poco superiore al 50%. “Anzi dal 2009 in poi ci sono stati anni in cui gli stranieri erano la maggioranza di coloro a cui veniva assegnato un appartamento”, spiega a Ilpopulista.itl’assessore alle Politiche della casa Tiziana Nisini, Lega Nord.

Una rivoluzione? No, semplice buonsenso. Attuato attraverso la definizione diregole chiare a favore dei cittadini italiani, come l’attribuzione di un punteggio maggiore a coloro che risiedono da più tempo in città. “È fondamentale premiare l’anzianità di residenza. Chi risiede ad Arezzo da più di 10 anni ottiene 2 punti aggiuntivi. Inoltre è previsto mezzo punto in più per ogni anno di permanenza nelle graduatorie, fino a un massimo di 10 anni di permanenza per un totale di 5 punti”. Sembrano dettagli, eppure qui c’è tutta la sostanza di un meccanismo che tende a scongiurare le corsie privilegiate per stranieri.

Altro punto interessante: gli extracomunitari sono tenuti a presentare la certificazione del proprio stato immobiliare all’estero: “Chi ha una casa di proprietà all’estero, che è una fonte di reddito, non può ottenere una casa popolare in Italia. Per quanto riguarda gli italiani l’accesso al catasto per le verifiche è immediato, per gli stranieri no. Grazie a queste misure gli italiani in graduatoria sono aumentati del 20%, passando dal 55% al 75%”, spiega ancora l’assessore Nisini, che al nuovo regolamento ha abbinato una politica di controlli a tappeto per stanare i furbetti: “Prima le verifiche erano blande, a campione. Ora sono a tappeto. Stiamo controllando tutti gli assegnatari. Abbiamo chiesto ai cittadini di aiutarci a individuare i furbi. Le segnalazioni sono state numerose: in pochi giorni abbiamo già fatto partire 8 decadenze”. Nisini è visibilmente soddisfatta: “L’avevamo annunciato in campagna elettorale. E siamo riusciti a mantenere la promessa. Il sistema per come era concepito non era più sostenibile. Occorreva intervenire concretamente a favore degli italiani che finiscono in povertà. E ci stiamo riuscendo”.

La notte.. d'amore. (Barzelletta)


Dopo una lunga notte d’amore, lui nota una foto di un altro uomo sul comodino.
Comincia a preoccuparsi.
– Questo è tuo marito? – chiede nervosamente.
– No, sciocchino… – risponde lei, accoccolandosi a lui.
– E’ il tuo fidanzato, allora?
– Niente affatto! – risponde lei, mordicchiandogli l’orecchio.
– E’ tuo padre o tuo fratello? – insiste lui, sperando di rassicurarsi.
– No, no, no! Sei così affascinante quando sei geloso!
– Beh, allora mi vuoi dire chi è questo? Si può sapere?!?
Quello sono io prima dell’operazione.

Pensioni, quattordicesima allargata e bonus ad altri 2 milioni di persone


L’ipotesi del governo è alzare da 10 a 13 mila euro lordi l’anno il reddito massimo per avere diritto al beneficio. Ritocco in arrivo anche per la no tax area, da allineare a quella dei lavoratori dipendenti. Gl interventi saranno inseriti nella prossima Legge di Bilancio.

Estendere la quattordicesima                                             — l’assegno extra fino a 500 euro che viene pagato proprio a luglio — ad altri due milioni di pensionati a basso reddito. A livello tecnico gli incontri tra governo e sindacati sono ancora in corso ma sembra questo l’orientamento di Palazzo Chigi per il pacchetto da inserire nella prossima Legge di Bilancio. La quattordicesima esiste già. La incassano poco più di due milioni di persone: quelle con almeno 64 anni d’età e un reddito inferiore ai 10 mila euro lordi l’anno, per la precisione 9.786 euro e 86 centesimi. L’idea del governo è proprio di alzare l’asticella massima del reddito, portandola a 13 mila euro lordi l’anno. In questo modo, dall’anno prossimo, la quattordicesima sarebbe incassata da altri due milioni di pensionati. Il costo dell’operazione viene stimato in circa 800 milioni di euro l’anno. Un impegno considerato sostenibile anche se tutto dipende non solo dal resto delle misure sulle pensioni ma dall’intero mosaico della Legge di Bilancio da presentare dopo l’estate.

Il piano B
Ma c’è anche un piano B, meno costoso: aumentare non il numero delle persone che prendono la quattordicesima ma l’importo dell’assegno. Il calcolo è complesso perché la cifra precisa della quattordicesima dipende anche da quanti anni di contributi si hanno alle spalle. Ma con un aumento del 50%, che porterebbe le quattordicesime più ricche da 500 a 750 euro, sarebbe necessaria una copertura di circa 600 milioni di euro. L’ipotesi più probabile, però, è la prima. Per un motivo di politica economica: perché dare un assegno in più a chi prima non lo prendeva ha, rispetto a un semplice aumento dei trattamenti già in essere, maggiori probabilità di avere un effetto positivo sui consumi. Ma anche per un motivo di politica in senso stretto: ci sarebbero due milioni di beneficiari che si accorgerebbero di avere un’entrata in più e non un semplice ritocco. La controindicazione è che l’intervento sarebbe rivolto sì ai pensionati a basso reddito, ma a quelli un po’ «meno poveri» degli altri.

La no tax area
Anche per questo la quattordicesima allargata dovrebbe essere accompagnata da un altra misura sui pensionati, tagliata sulle fasce più deboli. E cioè l’innalzamento a 8.124 euro lordi l’anno della no tax area, la soglia al di sotto della quale non si pagano le tasse. Oggi il limite è di 7.750 euro per i pensionati al di sotto dei 75 anni e di 8 mila euro per gli over 75. Passando a 8.124 euro, arriverebbe allo stesso livello già previsto adesso per i lavoratori dipendenti. La misura ha il vantaggio di avere un costo abbastanza contenuto, intorno ai 260 milioni di euro l’anno. L’aumento della soglia, inoltre, farebbe salire l’assegno non solo di chi ha un reddito al di sotto degli 8.124 euro ma anche di chi prende di più: secondo le regole attuali l’esenzione totale riguarda la prima «parte» del reddito per tutti i contribuenti che arrivano fino a 55 mila euro lordi l’anno.(Fonte: CORRIERE DELLA SERA)

Le prossime tappe
L’esame dei tecnici non è ancora finito. Ma prima della pausa estiva ci dovrebbe essere un nuovo incontro a livello politico, tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti da una parte e i segretari di Cgil, Cisl e Uil dall’altra.

Accusa dolori forti all'orecchio, e i medici fanno una scoperta incredibile..


Accusa per mesi forti dolori all’orecchio, accompagnati da strani rumori e continui graffi, per questo si convince di essere vittima di spiriti maligni, anche perché a nulla erano valsi antidolorifici e medicine vari. Ma una volta arrivata in ospedale fa una scoperta choc. Succede in Cina, a Xiamen City, e la protagonista di questa vicenda, riportata dal Mirror, si chiama Li Meng. Poco tempo prima, va detto, la donna aveva ingerito delle bacche da un cespuglio spuntato su una tomba nonostante il parere contrario del fidanzato superstizioso, che temeva guai con gli spiriti maligni.

Li Meng, però, non gli ha dato retta e le ha mangiate. ''Sono andata anche al tempio a pregare – ha spiegato la donna - ma niente, i dolori all'orecchio non se ne andavano''. Poi la visita in ospedale e la scoperta dei medici: all'interno della cavità orale di Li Meng non c'erano spiriti maligni, ma un ragno che viveva nel suo canale uditivo e aveva anche tessuto la tela. Non è stato, poi, semplice togliere da lì l’ospite indesiderato: ''È stato molto doloroso, ma alla fine ce l'abbiamo fatta'', ha raccontato il dottor Chen Zhaoyou che ha poi aggiunto di aver avuto a che fare diverse volte con pazienti arrivati in clinica con altri insetti, come scarafaggi, formiche, farfalle e millepiedi.

Salute news. Il vaccino contro l'Alzheimer sembra funzionare: trial al via quanto...


Il vaccino contro l'Alzheimer sembra funzionare: trial al via quanto prima...

Un nuovo vaccino che prende di mira le proteine patologiche associate con il morbo di Alzheimer si è dimostrato efficace nei trial sugli animali, secondo quanto annunciato dagli scienziati coinvolti. Adesso sarà la volta dei test clinici sugli esseri umani: la speranza è che il vaccino possa prevenire ed invertire il decorso della malattia nei pazienti con Alzheimer precoce.

Il gruppo della Flinders University in Australia ha collaborato con ricercatori dell'Institute of Molecular Medicine (IMM) e della University of California, Irvine per ottenere un vaccino efficace contro l'accumulo di proteine beta amiloidi e tau nel cervello, che causa disfunzioni e conduce alla demenza.

Come descritto in un paper pubblicato su Scientific Reports, nello studio sono stati utilizzati dei topi geneticamente modificati per indagare la sicurezza e l'efficacia di una combinazione di vaccini anti-beta amiloidi e anti tau con una tecnologia di supporto sviluppata da Vaxine Pty Ltd, una società australiana che si occupa di ricerca sui vaccini.

"Abbiamo dimostrato nei topi geneticamente modificati per sviluppare velocemente la demenza che il nostro possibile vaccino produce anticorpi che si connettono alla proteine a-beta e tau", spiega Nikolay Petrovsky, docente della Flinders University, parlando con IBTimes UK. "Inoltre, siamo stati in grado di raccogliere questi anticorpi dai topi vaccinati ed a mostrare che in effetti questi mirano alle proteine anormali nelle sezioni del cervello di pazienti con Alzheimer deceduti, provando quindi che questo vaccino dovrebbe funzionare negli esseri umani e non soltanto sui topi".

Il successo di questi trial sugli animali è stato tale che il gruppo di ricercatori ha ricevuto finanziamenti dallo statunitense National Institute of Health per effettuare i trial clinici. Questi ultimi dovrebbero iniziare nei prossimi due anni, con risultati attesi per tre anni dopo l'avvio dei lavori.

In precedenza, molti tentativi sono stati fatti per generare vaccini terapeutici contro una vasta gamma di malattie non infettive, incluso il morbo di Alzheimer, ma con risultati contrastanti. Per sviluppare questo nuovo vaccino e renderlo adatto agli esseri umani, la ricerca degli errori commessi nei trial precedenti è stata fondamentale.

Nel corso dell'ultimo decennio, le prime generazioni di vaccini per la demenza sono state sottoposte a trial sugli esseri umani. Alcune hanno suggerito la possibilità di benefici, ma sfortunatamente avevano anche problemi di tossicità. Gli altri hanno semplicemente mancato di fare qualche effetto.

"Guardare a tutti questi tentativi falliti è stato d'aiuto per noi, visto che lo studio ci ha permesso di evitare di fare gli stessi sbagli e ci ha consentito di sviluppare il vaccino in modo da rimuovere completamente qualsiasi rischio di tossicità, potenziando al tempo stesso l'efficacia del vaccino di oltre 100 volte. Questo ci offre adesso una possibilità di fare ciò che i 'vecchi' vaccini non sono riusciti a fare, ossia dimostrare sia sicurezza che efficacia nei pazienti umani con demenza precoce".

"Per mostrare che il nostro vaccino funziona su individui sani che non hanno ancora sviluppato l'Alzheimer servirà molto più tempo, in quanto questo potrebbe coinvolgere la necessità di immunizzare centinaia di migliaia di soggetti e poi seguirli nel lungo periodo per verificare se saremo stati in grado di proteggerli dallo sviluppare il morbo di Alzheimer".

I trial iniziali negli esseri umani si focalizzeranno su persone con Alzheimer precoce, che sono quelli con la maggiore necessità e che potrebbero essere caratterizzati da rapidi benefici osservabili. Ma il vaccino è progettato anche per prevenire lo sviluppo della malattia in individui sani e potrebbe in futuro essere dato a persone decenni prima che queste rischino di sviluppare l'Alzheimer.

Ad ogni modo, Petrovsky ritiene che, se il vaccino si dimostrasse in grado di funzionare in modo preventivo, questo potrebbe avere enormi ritorni positivi, sia in termini di risparmi per i sistemi sanitari che per il benessere degli individui, ai quali verrebbe evitato di sviluppare questa devastante malattia.

Bailando el Penguin.. (Video)

Acquistate su eBay? Attenti potreste incorrere in..


Acquisti su eBay a rischio truffa?!

Alcuni venditori sfruttano il sistema eBay per intascare il vostro denaro senza spedirvi la merce.

Vi è mai capitato di acquistare un prodotto e seguire (tramite il codice) la tracciatura dello stesso, e vedere che, dopo alcuni giorni il pacco da voi acquistato (e naturalmente già pagato) è fermo in qualche ufficio in caricamento?.. e rimanere così per svariati giorni?

Voi che fate? Contattate il venditore il quale (se vi risponde) vi dice che gli avete mandato l'indirizzo sbagliato, o che la vostra via non è stata trovata ecc.. e provvederà, al ricevimento dello stesso, (infatti dopo diversi giorni il pacco da voi acquistato fermo in qualche ufficio di spedizioni viene rispedito al mittente) a rispedirvelo all'indirizzo giusto.

Ma stranamente la cosa si ripete, e voi stufi di aspettare scrivete un feedback negativo riguardo tale venditore, ma qui la sorpresa, il feedback negativo viene prontamente cancellato, ma com'è possibile cancellare un feedback da parte del venditore?.. E qui cominciano i sospetti [..]

Nel frattempo le settimane passano e voi stufi di aspettare rinunciate a continuare la diatriba perdendo così il vostro denaro.

Insomma in conclusione conviene evitare di fare acquisti tramite eBay e magari rivolgersi ad Amazon, che se non altro provvederà (lo stesso Amazon) a risarcirvi il denaro nel caso incappiate in venditori "poco seri."

Salute news: Il Melograno cibo miracoloso che aiuterebbe a...

Il Melograno cibo miracoloso che aiuterebbe a vivere più a lungo.


I ricercatori del Politecnico federale di Losanna hanno isolato una molecola “miracolosa” contenuta nel melograno che contrasta l’invecchiamento muscolare, e di conseguenza allungherebbe la vita.

La sarcopenia è la progressiva perdita di massa muscolare associata con una vita sedentaria e, soprattutto, il naturale processo di invecchiamento. Infatti, si stima che il 30% delle persone di oltre 60 anni e fino al 50% degli ultra ottantenni soffrono di questa condizione. Tuttavia, è stato scoperto un rimedio naturale per combattere, se non impedire, la sarcopenia senza assumere alcun farmaco. Infatti, secondo un nuovo studio condotto da ricercatori del Politecnico federale di Losanna (Svizzera), sarebbe sufficiente mangiare il melograno.

Melograno: isolata molecola miracolosa contro l’invecchiamento. Lo studio
In particolare, lo studio, pubblicato sulla rivista “Nature Medicine” mostra che l’urolitina, un metabolita prodotto dalla nostra flora intestinale da parte di alcuni composti trovati nel melograno, è in grado di valorizzare il rinnovo dei mitocondri e quindi prevenire il deterioramento muscolare associato con l’età. Il principale autore della ricerca, Johan Auwerx, ha affermato che “l’urolitina A è l’unica molecola nota che abbia lacapacità di rilanciare il processo di riciclo dei mitocondri” e inoltre “l’urolitina A è una sostanza completamente naturale”.

Melograno: isolata molecola miracolosa contro l’invecchiamento. I risultati.
Nella prima fase dello studio, gli scienziati hanno sperimentato su modelli animali gli effetti di questa molecola aumentando fino al 42% la loro aspettativa di vita. L’urolitina A è l’unica molecola in grado di rilanciare il processo di riciclo dei mitocondri, dichiara Johan Auwerx. Di conseguenza, è in grado di rallentare il processo di invecchiamento in nematodi e ratti. Ed esattamente come si fa? Semplicemente, stimolando un processo chiamato ‘mitophagy‘ in cui i mitocondri danneggiati o invecchiati possano essere sostituiti da quelli nuovi, più ‘sani‘ e funzionali.

Melograno: isolata molecola miracolosa contro l’invecchiamento. Parlano gli esperti.
Come osservato da Patrick Aebischer, co-autore dello studio “man mano che invecchiamo, la capacità delle cellule di svolgere il mitophagy è più bassa. Questo è un aspetto da considerare, poichè la riduzione della mitophagy del muscolo è considerata una delle principali cause di deterioramento muscolare associata con l’età. Crediamo che il nostro lavoro, che descrive i benefici per la salute dell’urolitina A, è sicuramente promettente per l’inversione dell’invecchiamento muscolare.“

Melograno: isolata molecola miracolosa contro l’invecchiamento. Urolitina per tutti.
Tuttavia, i melograni non contengono l’urolitina A ma solo un precursore che sarà poi trasformato in questa molecola dai batteri che compongono la nostra flora intestinale. E non è detto che a tutti capiti questo processo. La buona notizia è che gli autori hanno già avviato uno studio clinico con gli esseri umani che si sta sviluppando in diversi ospedali europei. (Fonte: CNO-Webtv Notizie)

Ve lo ricordate? Scherzo al telefono da morire dal ridere.. (Video)

27 morti sui treni dei pendolari nel Barese, si fa strada La pista dell’errore umano...


27 morti sui treni dei pendolari nel Barese, si fa strada La pista dell’errore umano.

Il treno Et 1018 partito da Bari alle 10,42 e in arrivo a Barletta alle 11.50 arriva alla stazione di Corato alle 11,35 con circa 8 minuti di ritardo. Il capostazione di Corato invia ad Andria (o almeno così sembra) il fonogramma indicando la partenza con il ritardo, aziona il verde, tira su la paletta e fa partire il treno. Qualche minuto dopo nella stazione di Andria arriva in perfetto orario alle 11,37 l’Et 1023 partito da Barletta alle 11,24 e diretto a Bari alle 12,34. Qui c’è qualcosa che si intoppa. Spiega Giuliano Foschini su Repubblica:
"Forse confuso per i ritardi che avevano funestato la giornata, forse perché c’era stato qualche errore nella comunicazione tra le due stazioni, fatto sta che l’esperto capostazione V.P. fa partire il treno; aziona dunque il verde, avvisa il capotreno e viene fuori con la paletta. Il 1023 parte. Affronta un rettilineo, poi una curva, poi ancora un rettilineo, una curva. Dall’altra parte è in arrivo l’altra vettura. Secondo le prime rilevazioni entrambi i treni viaggiavano a 80-90 chilometri orari, i macchinisti così come previsto li conducevano al pieno della velocità. Nessuno poteva sapere che l’altro stava sopraggiungendo. Su quel tratto di linea, seppur a binario unico, non esiste infatti alcun sistema automatico di controllo. La sicurezza è affidata esclusivamente all’abilità dei macchinisti (ma il tratto dello scontro è subito dopo una curva) e appunto ai due capistazione. Mancava quindi l’Scmt, il Sistema di controllo marcia treno.

La causa dell’incidente ferroviario in Puglia è stata la mancanza di sistemi automatici di supervisione della linea ferroviaria, sostiene l’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione A. Faedo del Consiglio nazionale delle ricerche (Isti-Cnr), per voce della ricercatrice Stefania Gnesi. “Su quella tratta – aggiunge Giorgio Ferrari, ricercatore del medesimo istituto Cnr – non esiste un sistema automatico di segnalazione. Viene usato il cosiddetto ‘blocco telefonico’ che si sostanzia nella comunicazione telefonica del via libera sul binario unico. Questo sistema è attualmente utilizzato in una minima parte della rete ferroviaria nazionale”. Al momento «l’errore umano» resta la pista privilegiata. «È molto difficile che in un caso come questo possa esserci la responsabilità di un guasto» spiega a Repubblica uno dei tecnici chiamati a fare chiarezza sulla vicenda. I magistrati pugliesi lavoreranno con la Polfer e la Polizia di Stato e con gli esperti del Ministero delle Infrastrutture che con la Fema (l’organo delle investigazioni) e l’Ustif hanno aperto altri due fascicoli. «Ho visto il collega piangere — raccontava ieri sera alla stazione di Andria un macchinista a Giuliano Foschini, con gli occhi lucidi — Ma è troppo facile dire che la colpa è sua: l’unica responsabilità è di chi non doveva permettere che uno sbaglio, uno solo, potesse portare a questa tragedia».

La seconda ipotesi e il binario unico.
Antonio Massari sul Fatto però segnala che c’è un’ulteriore pista investigativa seguita dagli inquirenti: «c’è chi sostiene che un falso contatto abbia attivato uno dei due semafori – probabilmente proprio quello di Corato, dove sono in corso lavori di adeguamento della linea ferroviaria –inducendo in errore il capotreno che, in quel momento, avrebbe dato per scontato lo scambio di “ok” tra i due capistazione. A quel punto, il capotreno avrebbe fischiato il via, autorizzando il macchinista a partire mentre, in realtà, non era stato fornito alcun via libera. La differenza tra errore umano e guasto tecnico risulterà essenziale per attribuire le vere responsabilità di questa tragedia». Scrive ancora Carmine Festa sulla Stampa:

Ma tra quale stazione e quale treno sarebbe dovuta avvenire la comunicazione che invece non c’è stata? C’è sicuramente una precedenza nel transito sul binario unico, e chi avrebbe dovuto rispettarla? Se appare ormai verosimile che i treni su quella tratta elettrificata ed eternamente in attesa del raddoppio del binario non sono assistiti da un sistema di controllo elettronico, non è invece altrettanto chiaro chi non ha avvertito del transito contemporaneo dei due convogli. L’inchiesta dovrà accertare tali responsabilità.

L’ampliamento della linea è stato previsto nel 2008, come parte di un “grande progetto” reso possibile dallo stanziamento dei fondi europei. I ritardi accumulati sono però stati tali da dilatare i tempi fino ad oggi. Il “grande progetto” dell’azienda che controlla le Ferrovie del Nord Barese nasce dopo l’approvazione da parte della Giunta regionale pugliese del Programma Operativo FESR 2007-2013 (i fondi europei di sviluppo regionale destinati a sanare i divari economici tra le varie regioni del vecchio continente). Il finanziamento è di 180 milioni ed è destinato all’interramento della ferrovia ad Andria, alla realizzazione di parcheggi di scambio intermodali in prossimità di 11 stazioni/fermate ferroviarie, all’eliminazione di 13 passaggi a livello, all’interconnessione con la Rete Ferroviaria Italiana nelle stazioni di Bari centrale e Barletta, ma soprattutto al raddoppio per 13 km del binario sulla tratta Corato-Barletta. Quella dove i treni si sono scontrati. Sui circa 70 chilometri di linea di Ferrotramviaria il doppio binario esiste infatti oggi solo tra Bari e Ruvo, mentre tra Ruvo e Barletta (quindi anche tra Corato e Andria) e’ rimasto il binario unico. Nonostante il collaudo dell’intero progetto fosse inizialmente previsto entro il 2015, i lavori, realizzati per lotti, sono ancora in corso. Gli ultimi espropri dei terreni intorno alla tratta da raddoppiare sono stati disposti nel 2014 e per i ritardi accumulati, spiegano dalla società, si sono dovuti attendere gli stanziamenti e la distribuzione dei fondi europei dei programmi successivi. Tanto da arrivare proprio a questi ultimi giorni anche per la sola gara di appalto: il 16 giugno scorso, Ferrotramviaria ha infatti comunicato una proroga dal primo al 19 luglio per la scadenza delle domande di partecipazione alla gara proprio per il raddoppio della Corato-Andria.

Aids, Australia fuori dall’epidemia. In Italia un infettato su...


Aids, Australia fuori dall’epidemia In Italia un infettato su tre non lo sa.

L’Australia ha sconfitto l’Aids, raggiungendo uno dei «development goals» (obiettivi di sviluppo) che l’Onu ha fissato per il 2030: avere il 90% di pazienti in cui il virus è soppresso e che quindi non sono più contagiosi. L’annuncio ufficiale è stato dato dall’Australian Federation of Aids Organizations (Afao) e dagli scienziati impegnati nello studio dell’Hiv, che hanno decretato la fine della malattia come problema di salute pubblica. L’Australia va così ad aggiungersi al (piccolo) elenco di Paesi che hanno debellato l’epidemia.

Farmaci anti-retrovirali
Il numero di casi di Aids si è drasticamente ridotto dall’avvento, a metà degli anni ‘90, dei farmaci anti-retrovirali, che impediscono al virus di immunodeficienza acquisita (Hiv) di progredire verso la malattia conclamata, quando il sistema immunitario è talmente danneggiato da non poter più combattere l’infezione. Al culmine dell’epidemia morivano di Aids circa mille australiani all’anno. «Ora abbiamo accesso a un trattamento che ha avuto effetti straordinari, mentre l’attivismo nella comunità gay, sin dagli anni ‘80 e ‘90, ha contribuito sostanzialmente a combatterlo», ha detto il direttore dell’Afao, Darryl O’Donnell. I farmaci anti-retrovirali sono stati cruciali nel declino dell’epidemia, permettendo alle persone con Hiv una vita lunga e in salute. «Abbiamo visto una trasformazione drammatica dell’Hiv da una condanna a morte a una malattia cronica gestibile - ha aggiunto O’Donnell -. I soli casi di Aids che incontriamo sono di perone non diagnosticate con Hiv che non possono più essere trattate». Resta tuttavia una difficile sfida nella diffusione del virus, con circa 1.200 casi in Australia ogni anno. «Queste sono infezioni evitabili», ha detto O’Donnell, sottolineando l’importanza dei test, essendo la diagnosi tempestiva l’arma migliore per combattere il virus.

In Italia scarsa diffusione del test.                                   Ma come ha potuto l’Australia raggiungere questo importante obiettivo? «Loro ci sono riusciti anche perché hanno un numero di sieropositivi piuttosto basso, ma soprattutto hanno spinto molto sul “testing”, e una volta individuati gli infetti li hanno messi subito sotto trattamento grazie al fatto che il loro sistema sanitario è universalistico come il nostro - spiega Stefano Vella, direttore del Dipartimento del farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità -. Sono pochissimi i Paesi che ci sono riusciti, quasi tutti piccoli e nel nord Europa, come la Danimarca». Per l’Italia l’obiettivo non è ancora raggiunto: «Noi siamo messi bene sul lato delle cure, che sono garantite, mentre per esempio gli Stati Uniti fanno molti test ma poi c’è chi non può permettersi le terapie - aggiunge Vella -. Però in Italia abbiamo ancora un 30% stimato di persone infette che non sanno di avere il virus. Dobbiamo facilitare i test e fare informazione per far capire che l’Aids è una malattia che c’è ancora ma si può curare». Gli obiettivi dell’Unaid (Agenzia dell’Onu contro l’Aids), ricorda Vella, dovrebbero valere per tutto il mondo, dove invece ancora muoiono 1,2 milioni di persone l’anno per la malattia. «Il loro raggiungimento - sottolinea l’esperto, che è anche uno dei curatori delle linee guida dell’Oms sull’Aids - permetterebbe non di eradicare il virus, cosa molto difficile finché non ci sarà un vaccino, ma di tenere sotto controllo l’epidemia, una cosa altrettanto importante».

Incredibile: ragazza di 23 anni va in ospedale per mal di stomaco, i medici fanno una scoperta raccapricciante...


Va in ospedale con forti dolori addominali, ma dopo essere stata visitata i medici fanno una scoperta choc. Sophie Cox, 23 anni, inglese, madre di una bimba di un anno, soffre di tricofagia, un disturbo compulsivo che la spinge a mangiarsi i capelli di notte.

I medici hanno estratto dal suo stomaco una palla di 6 chili, i capelli che Sophie aveva mangiato per una vita senza che il suo stomaco fosse in grado di digerirli. I primi sintomi sono comparsi durante la sua gravidanza: «Avevo lo stomaco sempre gonfio e non riuscivo a mangiare senza vomitare», racconta la donna al Telegraph, «Così ho inziato a perdere peso. Avevo perso più di 30 kg, per un periodo ho pensato anche di avere un cancro. Ero convinta che stessi per morire». Poi il consulto medico e le analisi che hanno portato a individuare la massa: «Quando mi hanno mostrato la scansione sono rimasta senza parole. Sembrava un film dell'orrore. Lo specialista non aveva visto niente di simile in 30 anni. Quella palla di pelo era troppo grande. Mi aveva lasciato malnutrita e disidratata».

Sophie è stata subito operata e liberata dalla massa. La ragazza ha ammesso di non sapere nulla della malattia e di non essersi mai accorta di quello che accadeva visto che il suo disturbo si verificava di notte. La 23enne mangiava i capelli durante il sonno, senza accorgersene

È boom di pensioni anticipate con "Opzione donna"...


Tutti in pensione anticipata con l'"opzione donna." La paura dell'innalzamento dei requisiti per la pensione sta facendo scegliere l'opzione donna: ma conviene rinunciare tanto all'assegno mensile?

Sono stati resi noti i dati delle lavoratrici che hanno preferito andare in pensione anticipata con l'opzione donna, facendo valere i requisiti raggiunti entro il termine del 2015. E sono cifre che rivelano il boom delle adesioni alla forma di anticipo pensionistico, testimonianza del fatto che chi può va in pensione il prima possibile, proprio per evitare gli innalzamenti dei requisiti anagrafici, oltre alle incertezze sui tagli alle pensioni. I dati sono racchiusi nel rapporto per il 2015 dell'Istituto nazionale di previdenza e rilevano che il ricorso all'opzione donna è stata anche più alto rispetto alle attese.
Opzione donna: quante lavoratrici l'hanno scelta?

Il deciso passo in avanti nella scelta dell'opzione donna come forma di pensione anticipata si è avuto negli ultimi due anni: nel 2014 sono state 11.568 le donne del settore privato a sceglierla più altre 3.911 del settore pubblico. Nello scorso anno, invece, ben 19.905 lavoratrici del privato e 8.297 tra le statali hanno preferito l'opzione donna. Nel totale, dal 2008 al 2015, 47.681 donne del privato e 16.973 del pubblico sono andate in pensione usando l'opzione, ma nei primi anni si contavano appena alcune decine o centinaia di adesioni. Fino al termine del 2015 (e in attesa di una proroga per il 2016 e per i prossimi anni), l'opzione donna può essere scelta da chi ha compiuto 57 anni e tre mesi di età (per le donne del settore autonomo occorre un anno in più), ma con lo strumento, secondo quanto riportato nel rapporto, si va in pensione anticipata anche di sette oppure di otto anni.
Opzione donna 2016, qual è il taglio dell'assegno mensile per la pensione anticipata?

A requisiti raggiunti (entro il 31 dicembre 2015 l'ultimo traguardo in vigore) mediamente le donne optano di ritardare l'uscita da lavoro di un anno: è consentito dal cosiddetto meccanismo delle finestre mobili ed infatti si attende una nuova ondata di lavoratrici che potranno far valere il raggiungimento dei requisiti già maturati. Ma occorrerà farsi due calcoli della convenienza dell'uscita anticipata a fronte della perdita di pensione: nel rapporto si legge che il mensile medio delle lavoratrici che hanno scelto l'opzione donna è di 977,00 euro, con un taglio del 35 per cento rispetto a quanto avrebbero percepito se avessero scelto la pensione anticipata liquidata nel 2015. La decurtazione sarebbe stata, conseguentemente, ancora più alta se raffrontata alla media delle pensioni di vecchiaia che implicano, da parte dell'Inps, il versamento di un assegno integrale di pensione.

Attenti a farvi i tatuaggi, potreste contrarre una malattia letale..


L'allarme dei tatuatori italiani: "C'è in giro un inchiostro cancerogeno."

L'Associazione italiana tatuatori riuniti ha fatto sapere che in Italia sta circolando un inchiostro usato per i tatuaggi che è altamente cancerogeno.

Il presidente dell'Associazione, Geppi Serra, si è attivato non appena ha ricevuto le prime segnalazioni. Serra ha subito fatto analizzare l'inchiostro e ha inviato i risultati al ministero della Salute e ai Nas. Gli esisti degli esami fanno davvero rabbrividire e allarmano soprattutto quelli che nell'ultimo periodo hanno fatto un tatuaggio.

"Questo inchiostro - spiega Serra all'AdnKronos Salute - denominato 'Dynamic', viene esportato dalla Killer Ink e venduto soprattutto nelle fiere di tatuaggi. Costa un po' meno di uno di qualità usato in studi certificati. A dire il vero alcuni importatori appongono etichette su cui è scritto che non deve essere usato per i tattoo. Ma temo che questa avvertenza non scoraggi gli abusivi che in Italia sono 10 per ogni tatuatore a norma".

Le analisi hanno rilevato la presenza di alcuni metalli pesanti e di diverse tipologie di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), sostanze classificate come cancerogene, mutagene e teratogene. Una scoperta non di certo da poco se si considera che in gioco c'è la salute di migliaia di persone.

Il presidente dell'Associazione ha espresso tutta la sua preoccupazione per il fatto perché questo "inchiostro così pericoloso dà ottimi risultati nel disegno, costa poco e quindi sembrerebbe ottimale". "Nessuno - conclude si immaginerebbe mai quanto danno c'è dietro a poche gocce di inchiostro. Rivolgetevi a professionisti e fate attenzione agli inchiostri che usano. Ne va della vostra vita". (Fonte: il Giornale.it)

Vai con il merengue.. (Video)

In Italia la legge è uguale per.. tutti, ahahahaha (Video - barzelletta)

Ecco il segreto per vivere a lungo e in buona salute..


Il segreto per vivere a lungo? Eliminare grassi saturi, mangiare oli, semi e salmone

La longevità possiamo costruircela da soli, cambiando il nostro stile di vita, mangiando in modo adeguato e soprattutto eliminando vizi inutili e stupidi come il fumo e l'alcool.

Morire non piace a nessuno, la paura che si respira quando si parla di morte racchiude un sentimento di angoscia che appartiene a tutti gli esserei umani. Sarà perchè oramai siamo abituati a vivere e francamente ci sembra assurdo che tutto debba finire nel nulla, o magari, ed è quello che fa più paura , l’ignoto ci pone in una condizione di forte disagio, insomma morire per l’essere umano diventa un peso estenuante da sopportare. Si può essere anche il credente più leale del mondo, puoi avere tutta la fede possibile, puoi credere nel paradiso, nelle 70 e oltre vergini donate ai mussulmani, puoi credere a tutto insomma. Tuttavia, quando sei li, da solo, di notte nel tuo letto con i tuoi pensieri, ecco che diventa difficile, i pensieri si affollano e le certezze lasciano spazio alle paure e la sola speranza in cui inizi a credere è quella di stare bene e avere la fortuna di vivere bene ed il più a lungo possibile, poi, quello che verrà sarà.

Vivere a lungo, da sempre ricercatori di tutto il mondo studiano come poter allungare la vita degli esseri umani, ma soprattutto come mai il morire di vecchiaia possa essere cosi differente da persona a persona. Ecco, il punto è proprio questo, quale potrebbe essere la variabile che permette ad un anziano in salute di morire a 100 anni, rispetto ad un secondo anziano anch’esso in salute ma che muore a 85?. Sono state fatte tante ricerche, ma l’ipotesi più concrete, dove molti ricercatori convergono è la variabile dell’alimentazione e dello stile di vita. A seconda di come ci si è nutriti nel corso della vita potrebbe incidere più o meno positivamente sulla durata della stessa. Allo stesso modo l’aver abusato di vizi, come l’alcol o il fumo incide sicuramente negativamente sulla mortalità
                                                                                     Cosa mangiare per vivere in eterno?
Ci sono alcuni alimenti che mangiati con una certa regolarità “allungano la vita”, migliorano la condizione generale dell’organismo e grazie all’importante contenuto di grassi saturi, donano una freschezza mentale decisamente giovanile. Olio extravergine d’oliva, frutta secca, semi di lino e di girasole e pesce, in particolare il salmone: sono questi gli alimenti che ci permettono di vivere molto più a lungo. Grazie al consumo di questi alimenti, secondo uno studio americano pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine, si ridurrebbe il tasso di mortalità dell’11-19% per tutte le cause.
                                                                                       Quali sono i grassi buoni e quelli cattivi?
Bisogna fare grande attenzione nello scegliere gli alimenti, in natura esistono grassi buoni e grassi cattivi, i primi sono chiamati grassi insaturi, e sono prevalentemente presenti in olio di oliva, olio vegetale, pesci, frutta secca, capaci anche di regolare il colesterolo nel sangue. Mentre i secondi, sono chiamati grassi saturi, ovvero sono di origine animale, come carne rossa,burro, lardo, formaggi. In questo caso favoriscono l’aumento di colesterolo.
                                                                                          Lo studio
Lo studio condotto da tre istituti americani, ha avuto una portata oltremodo importante, e rappresenta una delle più grandi ricerche del settore. Sono stati infatti coinvolti 126mila soggetti, per comprendere come si comportano i grassi alimentari e soprattutto come possano influenzare la salute dell’uomo. Lo studio ha avuto una gestazione lunghissima, basti pensare che è durato oltre 32 anni. A distanza di ogni 2-4 anni i soggetti, oltre ad essere monitorati hanno dovuto compilare dei questionari, indicando la loro dieta, il loro stato di salute e il loro stile di vita. Durante lo studio, gli epidemiologi americani hanno attestato 33.304 decessi per diverse cause, soprattutto tumori e infarti. Da tali dati, gli studiosi sono riusciti a calcolare chi e come potesse avere possibilità di vivere più o meno a lungo, in base al tipo di grassi presenti nella propria dieta giornaliera.

Risultati e conclusioni
I risultati hanno confermato le ipotesi dei ricercatori, evidenziando dati importanti: avere una dieta a base di grassi insaturi, aiuta a vivere a lungo, il rischio di morire precocemente diminuisce dell 11-19%. Mentre, mangiare grassi saturi e soprattutto cibi spazzatura, aumenta il rischio di morte del 16%. Lo studio ha dato delle chiare ed evidenti risposte, se vuoi vivere più a lungo devi mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato. Mangiare in modo corretto, evitando zuccheri in eccesso, grassi saturi, ma soprattutto bisogna eliminare ogni qualsivoglia vizio dannoso, come ad esempio l’alcool o il fumo. Nonostante magari avete raggiunto la classica età da “anziano”, non sentitevi in dovere di passare il resto della vita sul divano o davanti un cantiere, l’organismo come il cervello vanno sempre mantenuto in allenamento, quindi dedicate qualche ora a settimana allo sport, moderato, non eccessivo, una bella passeggiata può fare la differenza.

"I carabinieri.. In retromarcia." Da morire dal ridere.. (Video - barzelletta)

Ecco i 10 alimenti che aiutano a difenderci dai danni dei raggi solari...


Secondo gli esperti, sono in grado di proteggerci "dallʼinterno" dallo stress ossidativo dovuto allʼesposizione a raggi Uva e Uvb.

Dai pomodori alle more, dalle uova al pesce: alcuni alimenti ricchi di vitamine e antiossidanti aumentano le difese della pelle e dei capelli contro i danni dei raggi solari. "Senza nulla togliere all'importanza di una buona crema protettiva e ai consigli di non esporsi nelle ore troppo calde, alcuni alimenti contengono sostanze che aiutano a proteggerci dall'interno dallo stress ossidativo dovuto all'esposizione a raggi Uva e Uvb", spiega Marcella Ribuffo, direttore dell'Unità di Dermocosmetologia dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (Idi).

"Oggi - prosegue l'esperta - esistono integratori per la pelle e per i capelli, che, assunti per via orale durante la stagione estiva, neutralizzano i danni solari. Ma in generale è consigliata un'alimentazione ricca di Omega 3 e vitamina B, così come di frutta e verdura, soprattutto se colorate".

Il decalogo dei cibi amici della pelle - Ecco di seguito l'elenco e le caratteristiche dei dieci alimenti che ci aiutano a proteggere la pelle e l'organismo dai potenziali danni causati dalle radiazioni solari.

1. Pomodori - Quelli maturi sono ricchi di licopene, sostanza a cui devono il caratteristico colore rosso e le loro proprietà antiossidanti.

2. Tè verde - Svolgono una funzione antiossidante grazie a una tipologia di polifenoli chiamati catechine.

3. Cacao - Qui la funziona antiossidante e protettiva è assicurata dai flavonoidi.

4. More - Le bacche e i frutti di bosco in generale sono ricchi di pigmenti viola noti come antociani, che forniscono buon effetto protettivo sul nucleo della cellula.

5. Pesce - Pesce azzurro e salmone sono particolarmente ricchi di Omega 3, e le UOVA ricche di vitamina B, che riparano le membrane cellulari danneggiate.

6. Uova - Sono ricche di vitamina B, che riparano le membrane cellulari danneggiate.

7. Carote - L'elevato contenuto di carotenoidi potenziano l'effetto della melanina.

8. Albicocche - Si tratta di frutti ricchi di minerali e vitamine A e C, dal basso apporto calorico.

9. Peperoni rossi e gialli - Anche qui il colore tipico è dovuto alla presenza di carotenoidi. La loro "forza" è nella forte concentrazione di molecole antiossidanti.

10. Curcuma - Ottima per proteggere pelle e organismo dai danni potenziali della tintarella, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie. (Fonte: TGCOM24-Salute)

Dieta: uno studio italiano rilancia gli spaghetti, non farebbero..


Dieta: uno studio italiano rilancia gli spaghetti, non farebbero ingrassare, anzi chi la mangia resta in forma.

A patto che non si esageri con le quantità: secondo i ricercatori basta in media una dose equivalente a 50 - 60 grammi al giorno.

La pasta non fa ingrassare, ma anzi se consumata con regolarità e moderazione può aiutare il fisico a restare in forma. E' quanto emerge da uno studio italiano condotto presso il Dipartimento di Epidemiologia dell'IRCCS Neuromed di Pozzilli (Isernia). Secondo i ricercatori un bel piatto di pasta è più che autorizzato, l'importante è che il consumo "spalmato" nella quotidianità non superi i 50 - 60 grammi al giorno, o comunque una quantità equivalente al 10% delle calorie giornaliere totali. In questo modo si tende a essere più "magri" di chi invece ne limita il consumo.

Pubblicata sulla rivista Nutrition and Diabetes, la ricerca ha preso in esame oltre 23mila persone. Gli esperti hanno analizzato le "misure" corporee dei partecipanti: peso, altezza, indice di massa corporea (IMC - cioè il rapporto tra peso e altezza moltiplicata per se stessa, utilizzato per misurare se una persona è sovrappeso o obesa), girovita, rapporto vita-fianchi. Grande attenzione è stata rivolta anche alle abitudini alimentari dei pazienti.

Cade il mito della pasta "ingrassante" - Dai test è emerso che il consumo di pasta non si associa a un maggiore peso corporeo: mangiarla (sempre senza esagerare), al contrario si associa a un IMC più basso, minore circonferenza addominale e miglior rapporto vita-fianchi.

"Restare fedeli alla dieta mediterranea" - "Molte persone oggi bandiscono la pasta dalla tavola, andandola però poi a sostituire con cibi meno salutari, ad esempio carni rosse in eccesso", ha spiegato Licia Iacoviello, del centro Neuromed. "E' senz'altro meglio restare fedeli alla dieta mediterranea, con consumi moderati di tutti i suoi elementi, la pasta in primis". Insomma per restare in forma mangiate pasta tutti i giorni, ma con moderazione (50 - 70 grammi)

L'amore del cane verso il padrone non conosce ostacoli. (Video)

La forza dell'amore.. (da una storia vera)


Il 15 aprile 1945 i soldati tedeschi entrarono nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, un luogo di orrore dove circa 70mila persone si stima siano morte in appena 4 anni. Howard Kleinberg era tra i prigionieri. Oggi ricorda che «se volevi morire, dovevi trovare un posto tra i cadaveri non sepolti». Pochi giorni prima dell’ingresso degli americani, era stato incaricato dai gendarmi tedeschi di buttare alcuni cadaveri in una fossa comune. Deperito, malato e privo di forze, cadde al suolo stremato, in mezzo ai cadaveri. Fu così che lo trovarono i soldati americani e alcune donne, entrate per dare una mano, a Bergen-Belsen il 15 aprile 1945. Lo credevano tutti morto, ma una donna di nome Nancy si accorse che era ancora in vita. Per tre settimane Nancy si prese cura di lui, poi venne trasferito in un ospedale militare.

Quando venne dimesso iniziò a cercare la donna che gli aveva salvato la vita, invano. La cercò per settimane e settimane, fino a quando gettò la spugna e si trasferì nella lontana Toronto, dove vivevano alcuni suoi parenti. Lì incontrò altre famiglie di immigrati e qualcuno le parlò anche di una certa Nancy, anche lei fuggita dal Vecchio Continente. A Howard si aprì il cuore in due: forse era la “sua” Nancy. Era proprio così. Quando la incontrò le chiese se si ricordava di lui. La risposta fu un semplice “sì”, lo stesso che lei rispose alla domanda che lui gli fece anni dopo, quando le chiese se voleva sposarlo. Da oltre 65 anni lui la tratta come una principessa: «La amo ed è l’unico modo per ringraziarla per avermi salvato la vita» racconta oggi Howard.

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