"La saggezza della mamma." (Bellissimo racconto)


Da oggi respirerò l’aroma del caffè assaporandone tutte le sfumature della vita dentro una tazzina!

RACCONTO:
Una giovane andò dalla madre per lamentarsi della sua vita e di come le fosse difficile. Si sentiva sfiduciata, quando risolveva un problema se ne presentava subito un altro ed era stanca di lottare, tanto che credeva di darsi per vinta.

La madre la portò in cucina, prese tre pentolini, li riempì d’acqua e li pose sul fuoco. Quando l’acqua incominciò a bollire in uno mise delle carote, nell’altro delle uova e nell’ultimo dei chicchi di caffè. Lasciò bollire l’acqua senza dire una parola, mentre la figlia osservava con impazienza, domandandosi cosa la madre stesse facendo.
Dopo venti minuti la madre spense il fuoco.
Tirò fuori le carote e le mise su un piatto.
Tirò fuori le uova e le mise in una scodella.
Prese un colino, filtrò il caffè e lo mise in una tazza.
Guardando la figlia le disse:
“Cara figlia mia, carote, uova o caffè: cosa scegli?”

La figlia stupita non rispose e la madre la fece avvicinare. Le chiese di toccare le carote, che la ragazza trovò cedevoli, la invitò a rompere un uovo, ormai diventato sodo e le fece annusare e assaporare la tazza di caffè fumante, dall’aroma ricco e profumato. Finalmente la figlia le domandò: “Cosa significa tutto questo, madre?” La madre le spiegò che tutte le cose avevano affrontato la stessa avversità, “l’acqua bollente”, ma avevano reagito in maniera differente.

La carota, forte e superba, aveva lottato contro l’acqua, ma era diventata debole e molle.
L’uovo, così fragile nel suo guscio sottile che proteggeva l’interno liquido e nutriente, si era indurito.
I chicchi del caffè, invece, avevano fatto il miracolo: dopo essere stati nell’acqua, bollendo, l’avevano trasformata. “Cosa scegli di essere, figlia mia? Quando l’avversità suona alla tua porta, come rispondi?
Sei come la carota che sembra forte, ma quando il dolore ti tocca diventi debole e priva di forza?
Sei come un uovo che nella sua fragilità nasconde un cuore tenero e un carattere buono, ma che le prove della vita induriscono? Il guscio sembra sempre lo stesso, ma l’interno è amareggiato e inaridito. Oppure sei come un chicco di caffè, che cambia l’elemento che gli causa dolore e nel punto di ebollizione raggiunge il suo migliore aroma e sapore? Come un chicco di caffè, proprio quando le cose ti vanno male puoi reagire in maniera positiva e diffondere con il tuo atteggiamento “il profumo del caffè” intorno a te.
Le persone più serene e felici non sono quelle a cui tutto va bene, ma quelle che sanno prendersi il meglio della vita, nonostante tutto. Figlia mia, possa tu avere abbastanza gioia da renderti dolce, abbastanza prove da renderti forte e abbastanza speranza da renderti felice.

Quando ti senti male e le difficoltà della vita ti sembrano enormi, cerca di salire ad un altro livello e l’acqua bollente si trasformerà in un caffè fragrante e profumato.

Buonanotte serena a tutti. (Video)


"Il bambino e le stelle".. Il coraggio di cominciare...


Una tempesta terribile si abbattè sul mare. Lame affilate di vento gelido trafiggevano l’acqua e la sollevavano in ondate gigantesche che si abbattevano sulla spiaggia come colpi di maglio, o come vomeri d’acciaio. Aravano il fondo marino scaraventando le piccole bestiole del fondo, i crostacei e i piccoli molluschi, a decine di metri dal bordo del mare.

Quando la tempesta passò, rapida come era arrivata, l’acqua si placò e si ritirò. Ora la spiaggia era una distesa di fango in cui si contorcevano nell’agonia migliaia e migliaia di stelle marine. Erano tante che la spiaggia sembrava colorata di rosa. Il fenomeno richiamò molta gente da tutte le parti della costa. Arrivarono anche troupe televisive per filmare lo strano fenomeno. Le stelle marine erano quasi immobili. Stavano morendo. Tra la gente, tenuto per mano dal papà, c’era anche un bambino che fissava con gli occhi pieni di tristezza le piccole stelle di mare. Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente. All’improvviso il bambino lasciò la mano del papà, si tolse le scarpe e le calze e corse sulla spiaggia. Si chinò, raccolse con le piccole mani tre piccole stelle del mare e, sempre correndo, le portò nell’acqua. Poi tornò indietro e ripetè l’operazione. Dalla balaustra di cemento, un uomo lo chiamò: “Ma che fai ragazzino?” “Ributto in mare le stelle marine. Altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia” – rispose il bambino senza smettere di correre. “Ma ci sono migliaia di stelle marine su questa spiaggia: non puoi certo salvarle tutte. Sono troppe!” – gridò l’uomo. “E questo succede su centinaia di altre spiagge lungo la costa! Non puoi cambiare le cose!” Il bambino sorrise, si chinò a raccogliere un’altra stella di mare e gettandola in acqua rispose: “Ho cambiato le cose per questa qui”. L’uomo rimase un attimo in silenzio, poi si chinò, si tolse scarpe e calze e scese in spiaggia. Cominciò a raccogliere stelle marine e a buttarle in acqua. Un istante dopo scesero due ragazze ed erano in quattro a buttare stelle marine nell’acqua. Qualche minuto dopo erano in cinquanta, poi cento, duecento, migliaia di persone che buttavano stelle di mare nell’acqua

Per cambiare il mondo basterebbe che qualcuno, anche piccolo, avesse il coraggio di incominciare.

La Madre Speciale.


Vi è mai capitato di pensare come vengano scelte le madri dei figli handicappati?
In qualche maniera riesco a raffigurarmi Dio che da istruzioni agli angeli, che prendono nota in un registro gigantesco!
A questa le diamo un maschio..santo patrono.. Matteo!
A lei, una bambina, santa patrona, Cecilia!
E cosi la lunga lista scorre, finchè appare un nome.. e Dio dice al suo angelo, a questa le diamo un figlio handicapatto.
L’angelo è curioso e chiede “ Perché a questa qui, Dio, è cosi felice!” “Esattamente, risponde Dio sorridendo, “ Potrei mai dare un figlio handicappato a una donna che non conosce l’allegria? Sarebbe una cosa crudele”
“Ma ha pazienza?” chiede l’angelo.
“Non voglio che abbia molta pazienza, altrimenti sprofonderà in un mare di autocommiserazione e pena. Una volta superato lo shock e il risentimento, di sicuro ce la farà!”
“ Ma signore, penso che quella donna non creda nemmeno a Te.”
Dio sorride, ”Non importa. Posso provvedere. Quella donna è perfetta. È dotata del giusto egoismo.”
L’angelo resta senza fiato.”Egoismo? è una virtù?”
Dio annuisce, “Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio, non sopravvivrà mai. Si, ecco la donna cui darò la benedizione di un figlio meno perfetto. Ancora non se ne rende conto ma sarà da invidiare. Non darà mai per certa una parola. Non considererà mai che un passo sia un fatto comune. Quando il bambino dirà “mamma” per la prima volta, lei sarà testimone di un miracolo e ne sarà consapevole. Quando descriverà un albero o un tramonto al suo bambino cieco, lo vedrà come poche persone sanno vedere la mia creazione.
Le consentirò di vedere chiaramente le cose come le vedo io - ignoranza - crudeltà - pregiudizio -, e le concederò di levarsi al di sopra di esse. Non sarà mai sola.
Io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno della sua vita, poichè starà facendo il mio lavoro infallibilmente come se fosse al mio fianco”. E per il suo santo patrono?” chiede l’angelo, tenendo la penna sollevata a mezz’aria.
Dio sorride, “ Basterà uno specchio.” (Erma Bombeck)

I tre setacci..


Nell’antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza… Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:

– Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?

– Un momento

rispose Socrate.

– Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.

– I tre setacci?

– Ma sì,

continuò Socrate.

– Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?

– No… ne ho solo sentito parlare…

– Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?

– Ah no! Al contrario

– Dunque,

continuò Socrate,

– vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità. E’ utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico?

– No, davvero.

– Allora,

concluse Socrate,

– quello che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile; perché volevi dirmelo?

Se ciascuno di noi potesse meditare e metter in pratica questo piccolo test.. forse il mondo sarebbe migliore.

INCREDIBILE: Bambina di 8 anni trova una possibile cura contro i tumori...


Il padre della bambina che ha trovato una cura contro il cancro, foto metro.co.uk

A soli otto anni potrebbe aver scoperto la cura contro il cancro, tutto sarebbe avvenuto per caso in Inghilterra.

E’ accaduto nel Regno Unito dove la bimba, Camilla Lisanti, figlia di un ricercatore di cure contro il cancro all’Università di Manchester, ha risposto a una domanda che il papà stesso le ha rivolto. È successo a tavola mentre cenavano, l’uomo le ha chiesto come avrebbe curato i malati di tumore e, senza pensarci due volte, la bambina ha risposto, ‘li curerei con gli antibiotici come quando ho mal di gola'; una risposta che ha lasciato i genitori sorpresi ma allo stesso tempo incuriositi, tanto che il padre ha deciso di testare quanto detto dalla figlia, e i primi test sembrano confermare la genialità del consiglio.

Utiizzando gli antibiotici infatti il ricercatore ha riscontrato la morte delle cellule tumorali più pericolose. Tra gli antibiotici risultati più efficaci la doxiciclina, un farmaco usato solitamente per la cura dell’acne. Chiaramente si tratta solo di risultati sperimentali che comunque lasciano ben sperare, sono ancora molte la ricerche da effettuare prima di avere la certezza che l’utilizzo di un semplice antibiotico possa avere davvero effetti curativi sui tumori. Se così fosse si tratterebbe di un metodo molto economico per curare una malattia che anno dopo anno tende a diffondersi con sempre maggiore intensità.

Lo scherzo dello specchio.. (Video)


"A tutte le donne…" Lettera scritta da un uomo.


Grazie a voi, giovani Donne meravigliose, creative, Mamme esemplari, Persone che vi siete caricate di ‘tutti i mali del mondo’ (con l’aiuto interessato dei “cialtroni” che avete avuto o vicinissimo o ‘a portata tale da ferirvi’). Persone stupende cui “è stato fatto pagare un conto fin troppo salato, soltanto perchè Donne”, che non di rado avete avuto rimpianti parlando di scelte sbagliate e/o errori imperdonabili (ma quali, perdio????), che vi siete rinchiuse nella vostra solitudine più amara, talvolta anche degradante, angosciata, solo perchè dotate di una sensibilità accorata, affettuosissima, generosa, palpitante, solo perchè non riuscite a vivere “senza amare chi amate o chi amaste”!

Grazie a me ?!?!? Errabondo Cavaliere che vaga alla perenne ricerca della “parte migliore e più nobile” di me, in una malinconia che a volte mi uccide … per la visione di un Mondo crudele “per futili motivi”, irrispettoso del dolore altrui, egoista, fatuo e crudele fino alla nausea?!?!?

GRAZIE A VOI TUTTE INVECE, per tutto quanto mi avete insegnato, anche a vostra insaputa!!!
Mi avete insegnato che talvolta noi Uomini, con gesti da idiota possiamo far male dentro, che si può anche perdere l’amore originale ma l’ affetto e l’apprezzamento nò, che si può essere meno egoisti e più consapevoli di chi abbiamo al fianco per compagna, che essere Uomo “non deve significare pretendere più privilegi”, che o Uomo o Donna la sofferenza non ha sesso, che l’ anima femminile esiste ed è vasta come la mia, che il romanticismo sincero non è un cascame, ma un prezioso intreccio dell vita, e tantissime altre cose che non dimenticherò più…
Ma, soprattutto mi avete insegnato, con il vostro coraggio mai domo, che il dolore è nostro “fratello”, che la solitudine è nostra “sorella”, che ogni e qualsivoglia cattiveria “ci può anche uccidere”, che nel cielo di una notte d’ estate “possono sparire di colpo tutte le stelle”, MA MAI, MAI VIENE A CESSARE L’ INGUARIBILE E PRODIGIOSO AMORE PER LA VITA, PER LA VITA SOGNATA E PER QUELLA, PUR TRA STENTI, VISSUTA!

Vi avessi vicine, tutte, vi abbraccerei in un unico abbraccio (e che importa, la ferraglia che indosso?), avessi una bacchetta magica, vi ridarei per incanto ‘integro e puro’ ogni vostro sogno, ogni amore che ora ritenete perduto, … ma il mio Viaggio prosegue come quello di un Cavaliere Errante che non ha nè magie, nè verità indiscutibili nella sua logora bisaccia (ed è questa mia impossibilità a trasformare in realtà ciò che ciascuno di pulito sogna che mi rende più triste), ma solo malinconie e solitudini come fardello, per cui posso solo dirvi, a tutte: coraggio, Amiche mie! Coraggio!! Non rinunciate alla vostra dignità sofferta, non sminuitevi o versate lacrime inascoltate per nessuno, poichè NESSUNO, NEMMENO LA PERSONA CHE AMATE, E’ PIU’ IMPORTANTE DELLA VOSTRA MERAVIGLIOSA, TORMENTATA, INCOMPRESA, UMILIATA, DIMENTICATA, CALPESTATA, MA ETERNA E IRRIDUCIBILE, “ANIMA PELLEGRINA”!!!!

Lettera di una mamma ai propri figli.


Miei cari bambini, vi guardo ancora piccoli e indifesi, sapendo che un giorno sarete degli uomini, figli di questa società, e per voi spero nel più gran bene possibile, qualunque siano le vostre scelte spero siano sempre libere, come spero liberi e aperti di cuore e di mente sarete voi. Non so immaginare quale vita sceglierete di condurre, ma spero davvero che sia dettata da sani principi e non da falsi ideali. La società apparentemente premia il potere, il successo, il denaro, il traguardo, ma ciò che conta veramente è il percorso che farete. Trovate dentro voi stessi le vostre priorità e vivete per quelle. Non inseguite false chimere. Non guardate mai quello che faranno gli altri, ma ciò che saprete fare voi, non permettete che la vostra realizzazione personale dipenda da risultati altrui e non lasciatevi attrarre dalle scorciatoie, perchè apparentemente sembrano facili e leggere, ma i risultati migliori sono quelli che otterrete con il vostro impegno e il vostro merito. Spero che sarete sempre capaci di difendere i vostri obbiettivi e le vostre mete, qualunque esse siano, perchè questo in fondo è il senso della vita e per il quale vale la pena vivere. Prendetevi del tempo, non correte, nulla si ottiene con la fretta. Il tempo per una riflessione e per il silenzio. Quel silenzio sarà carico di mille parole.

Di me come genitore non so dare un giudizio, in fondo nessuno sa come essere padre o madre prima di diventarlo, e so che ho fatto tanti errori e altri ne farò. Forse un’abbraccio in più avrebbe fatto bene a entrambi, ma la mia mamma è stata avara di tenerezze con me, così a volte ripeto quel meccanismo di gesti essenziali, perchè non ho modelli da imitare, ma vi amo tanto e mi metterò continuamene alla prova, crescendo come mamma insieme a voi.

Un giorno vi darò questa lettera che ora scrivo in questo mio spazio leggero, ma che conserverò per voi,
sperando di vedervi sempre felici e consapevoli.
La vostra mamma.


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