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Efsa: Attenzione, ecco perchè fa male bere più di 4 tazzine di caffè al giorno..


Lo ha stabilito l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare nel primo studio condotto in Ue sulle conseguenze per la salute dell'assunzione di caffeina. I pericoli riguardano soprattutto le malattie di tipo cardiovascolare.

Bere più di 4 tazzine di caffè al giorno può essere pericoloso per la salute, soprattutto per le donne incinte e i giovani sotto i 18 anni. E' quanto ha stabilito l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel primo studio condotto in Ue sulle conseguenze per la salute dell'assunzione di caffeina. L'agenzia raccomanda quindi che vengano stabilite le dosi giornaliere massime oltre le quali l'assunzione di caffè diventa "a rischio". I pericoli riguardano soprattutto le malattie di tipo cardiovascolare.

Mai più di 400 milligrammi al giorno. Secondo l'Efsa, per un adulto la dose giornaliera per un consumo sicuro di caffeina è di 400 milligrammi. Considerando che una tazzina di espresso contiene dai 70 ai 100 milligrammi di caffeina, l'autorità europea fissa quindi a 4 il limite massimo di tazzine di caffè da bere al giorno. La dose massima raccomandata per le donne incinte è 200 milligrammi: oltre le due tazzine di caffè si rischia di danneggiare il feto. Per i bambini e gli adolescenti, invece, il consumo di caffeina non dovrebbe superare i 3 milligrammi per ogni chilogrammo di peso corporeo. L'Efsa ha precisato che, specialmente per i più piccoli, attenzione maggiore deve essere riposta nel consumo di bevande energetiche e bibite contenenti caffeina. "Il rischio per la salute non è enorme - ha detto il portavoce dell'Efa - ma c'è. Il messaggio principale è che i consumatori dovrebbero tenere conto delle diverse fonti di caffeina, oltre il caffè". E' la prima volta che i rischi connessi alla caffeina presente in fonti alimentari vengono valutati a livello europeo.

Cosa si nasconde in una tazza di caffè?
I paesi dove se ne beve troppo. In ben 7 dei 13 paesi europei presi in esame dall'Efsa, una parte della popolazione consuma più di 400 mg. A sorpresa, tra i più dipendenti da questa sostanza ci sono i danesi con il 33% degli adulti che ne bevono troppo, seguiti dai Paesi bassi (17,6%), dalla Germania, (14,6%), dalla Finlandia(13,4%), dal Belgio (10,4%), da Svezia (9%) e Francia (5,8%). Nel mondo il paese dove se ne consuma di più è la Finlandia, con una media di 12 chili a pro capite e l'Italia è al dodicesimo posto della classifica con 5,9 chili, dopo Svizzera, Danimarca, Austria. Va sempre considerato che quando si parla di questa sostanza non va solo valutata la tradizionale tazza di caffé, ma tutte le sostanze che contengono caffeina come, ad esempio, il thé, la coca-cola e le barrette di cioccolato.

Lo studio Usa. Sono numerose le ricerche scientifiche che nel tempo hanno preso in esame i benefici di questo alimento. Secondo uno studio della Harvard School of Public Health , il caffè fa bene, ma è l’organismo di ciascuno che determina in base al proprio corredo genetico la quantità giusta di caffeina da assumere. La ricerca ha analizzato analizzando il Dna di 120mila persone hanno individuato 8 diverse mutazioni genetiche che predispongono alcuni a bere di più questa bibita di altre.

Secondo un'altra ricerca della stessa università di Harvard, le persone che consumano fra 2 e 4 tazzine al giorno hanno il 50% di possibilità in meno di avere una depressione grave rispetto alle altre. (Fonte: la Repubblica.it)

Li mangiamo ogni giorno ignorando che siano tossici: ecco gli 8 alimenti più pericolosi...


Li teniamo in cucina, sono buoni e ne consumiamo spesso. Sono i cibi, che possono anche risultare pericolosi, se non mortali. Non si tratta di contaminazioni esterne, come spesso si legge o si sente dai vari notiziari. Si tratta della tossicità propria che hanno determinati alimenti. Tutti comuni. Abbastanza frequenti nelle nostre cucine. Ecco perché bisogna fare attenzione a cosa mangiamo, come lo conserviamo e – come nel caso dei funghi – cosa cogliamo. E’ ovvio che i vari alimenti descritti non sono da evitare. E che la loro tossicità, in vari casi, è infima. Ma per dovere d’informazione, è bene conoscere i potenziali veleni che possono intaccare il nostro organismo. Andiamo dunque a elencare gli otto alimenti, dai meno tossici, ai più tossici.

Mele. Da non credere ma è così. Il loro livello di tossicità è comunque irrisorio. Se evitiamo i semi, nullo. A ogni modo, nei semini della mela è contenuta una piccolissima dose di cianuro.

Pomodori. Di sicuro tra i frutti più salutari in assoluto, a patto che siano maturi. Nel pomodoro è infatti contenuta la tomatina. Sostanza dalla tossicità piuttosto bassa. Più il pomodoro è maturo, più si abbassa il livello di tomatina. Da evitare assolutamente i pomodori acerbi, che presentano livelli della sostanza da 90 a 300 mg per kg. Quelli il cui raccolto è previsto per la vendita al supermercato vanno di solito da 20 a 30 mg per kg. Se siete voi a coglierli perché avete la pianta, allora potete prenderli quando sono belli maturi. In quel caso i livelli sono davvero irrisori: 1 a 5 mg per kg. Alcuni le usano per insaporire, meglio evitare o non esagerare: anche la foglia della pianta di pomodoro è tossica.

Rabarbaro. Non gradito a tutti, comunque ottimo sotto forma di torta. La pianta in sé non è minimamente pericolosa. Solo togliete bene tutte le foglie. Queste contengono infatti acido ossalico, che può avere ripercussioni sulle funzioni renali.

Ciliege. Frutti squisiti. Come si dice: una tira l’altra. Impossibile resistervi. Eppure l’insidia si nasconde anche in queste piccole delizie rosse. Il nocciolo andrebbe infatti sempre sputato, e mai deglutito. Questo perché contiene acido cianidrico, uno dei veleni più potenti al mondo. Se ingoiate un nocciolo per sbaglio, comunque, niente paura. Bisognerebbe comunque ingerire notevoli quantità di semi di ciliegia. E gli stessi dovrebbero essere danneggiati, per esempio attraverso la masticazione. Derivati del malefico acido cianidrico si possono riscontrare anche in altri tipi di seme o piante, fate attenzione a: le radici di manioca, i noccioli delle pesche, delle albicocche, delle prugne, delle ciliegie, le foglie e la corteccia del sambuco, le piante di ortensia.

Patate. La regina della cucina. Il famoso tubero che ci ha pressoché salvati durante i tempi di guerra. Eppure non priva di insidie. Soprattutto se conservata male. Le parti che presentano più tossine, sono quelle che non vengono comunque utilizzate. Si tratta del fiore, dei germogli e del fusto. Ma anche il tubero in sé può risultare tossico, poiché presenta la solanina. Sebbene a basse dosi. La sostanza è concentrata soprattutto nella buccia, ecco perché è sempre meglio toglierla. In ogni caso un’elevata presenza della sostanza tossica viene subito rivelata, poiché conferisce alla patata un gusto amaro. Vanno inoltre evitate le patate verdi, quindi esposte al sole. Il tubero va sempre e comunque conservato in luogo asciutto e buio. Se la patata evidenzia anche solo una piccola parte verde, gettatela. Non mangiatela assolutamente, poiché sareste esposti a un elevato rischio di intossicazione. Il livello di solanina nel tubero inverdito arriva a raggiungere anche i 100mg per 100g. E non viene eliminata attraverso la cottura. Per degradare la solanina dovreste cuocere la patata a oltre 243°C. In caso di ingestione della solanina, non si muore comunque. Ma si rischiano emorragie, specie alla retina.

Mandorle amare. Squisite, ma possono anche essere fatali. Prima di finire sui banconi dei supermercati, i deliziosi frutti devono subire un lungo processo di lavorazione per eliminare l’acido cianidrico. Le mandorle possono infatti contenere dai 4 ai 9 mg di questo veleno. Insomma mangiatele ma con precauzione.

Noce moscata. Anche la spezia spesso usata in cucina è tossica. Con circa 5 grammi di noce moscata si può incorrere in convulsioni. Se si assumono dagli 8 grammi in su, si rischiano deliri allucinatori.

Funghi. Abbastanza palese, eppure ogni anno qualcuno muore o sta molto male per intossicazione da funghi. Insomma, se non conoscete bene il fungo lasciatelo dove si trova. In caso di dubbio, rivolgetevi a un micologo.

La "curcuma" il cibo che cura quasi tutti i mali.


La curcuma è una spezia ricavata da una pianta erbacea tipica dell’Asia, che si può usare anche per preparare ottime ricette. Le sue proprietà benefiche non sono da sottovalutare, visto che è antinfiammatoria, antisettica e antibatterica ed anche un grande potere nutritivo. La curcumina, il principale ingrediente attivo della curcuma, viene scarsamente assorbita dall’organismo, ma per ovviare a questo problema basta assumerla con pepe nero, oppure con olio.

- Azione anti-infiammatoria: la curcumina è una molecola altamente pleiotropica in grado di interagire con numerosi bersagli molecolari coinvolti nel processo infiammatorio. Per via orale si è dimostrata pari al fenilbutazone e al cortisone nei modelli acuti, in altri casi addirittura più efficace dell’ibuprofene.

- Prevenzione dei tumori: alcuni studi hanno dimostrato che la curcumina può rivelarsi un efficace rimedio preventivo nei confronti dell’insorgenza di alcuni tumori, come quello al colon, ai polmoni, al fegato, alla bocca. La curcumina può influenzare la crescita del cancro riducendo le metastasi, oltre a contribuire alla morte delle cellule tumorali.

- Le proprietà antiossidanti della curcuma: il danno ossidativo è ritenuto essere uno dei meccanismi alla base dell’invecchiamento e di molte malattie. La curcumina sembra essere un potente antiossidante in grado di neutralizzare i radicali liberi grazie alla sua struttura chimica e aumenta anche l’attività degli enzimi antiossidanti del nostro corpo.

- Cicatrizzante naturale: la spezia ha anche proprietà cicatrizzanti. In India, infatti, viene applicato il rizoma di curcuma per curare le ferite, le scottature, le punture di insetti e le malattie della pelle con risultati notevoli.

- Efficace antidepressivo: la curcuma può essere paragonata a tutti gli effetti ad un antidepressivo come il prozac, con effetti collaterali quasi inesistenti. Un lavoro, svolto su 60 pazienti, divisi in tre gruppi, ha dimostrato che la curcumina è stata efficace quanto il Prozac per alleviare i sintomi della depressione.

La curcuma riduce inoltre il rischio di malattie cardiache, di sviluppare il morbo di Alzheimer, l'artrite e il diabete.

Tumore alle ovaie: il test di Angelina Jolie ora disponibile anche in Italia..


Il test molecolare di Angelina Jolie, che diagnostica l’eventuale presenza di cancro alle ovaie in tre settimane, ora anche in Italia, al Policlinico Gemelli di Roma.

Il test molecolare per i geni Brca, che consente di verificare l’eventuale presenza di tumore alle ovaie in tre settimane, ora è disponibile anche in Italia, grazie alla prima rete italiana che consente alle donne di accedere al – test sviluppato dal Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna del Policlinico Universitario Agostino Gemelli e supportato da AstraZeneca.

Dopo l’eco mediatica avuta dall’intervento di asportazione delle ovaie che Angelina Jolie ha effettuato per prevenire un’alta possibilità di sviluppare il cancro, sono aumentate anche in Italia le richieste di poter accedere all’esame, nell’ottica di prevenire il peggio con forte anticipo.

Il test del Brca, consente infatti di conoscere quanto sia alta la probabilità di sviluppare un cancro alle ovaie (qui maggiori informazioni), che in Italia vede a rischio una donna su 74, ma è difficile da scoprire in tempo perché lo sviluppo della malattia non presenta alcun tipo di sintomo. Riuscire a prevenirla, è vitale: si tratta dell’ottavo carcinoma più diffuso, e rappresenta il 3 per cento di tutti i tumori diagnosticati alle donne (ecco il decalogo della prevenzione di Veronesi).

Ma se negli Stati Uniti il test è disponibile soltanto per donne molto danarose, in Italia è stato reso disponibile per tutte dal Policlinico Gemelli di Roma, che consente di prenotare l’esame attraverso la piattaforma on line dell’ospedale. Il servizio è disponibile per gli oncologi italiani che ne fanno richiesta e consente di risparmiare dai 5 agli 8 mesi di tempo, rendendo più efficaci le eventuali cure prescritte basate su appositi farmaci.

L’accesso al test è garantito a tutte le pazienti con tumore ovarico e le donne a rischio sull’intero territorio nazionale, che rappresentano circa il 15 per cento della popolazione femminile italiana.

Ecco la verdura che aiuta ad eliminare il colesterolo cattivo..


La verdura che ha questa incredibile capacità è una varietà di broccolo, il Beneforte. Il Beneforte definito anche il super broccolo utilizzato per i vari test effettuati dagli studiosi inglesi è stato coltivato nei terreni di alcuni agricoltori inglesi senza l’utilizzo di OGM. Il super broccolo o Beneforte riesce a contrastare efficacemente il colesterolo grazie ad una molecola che contiene che si chiama glucorafarina. La glucofarina è contenuta nel Beneforte in quantità notevolmente superiore rispetto ai broccoli normali. Gli studiosi inglesi hanno appurato che nel Beneforte la glucofarina è contenuta in quantità delle volte anche triple rispetto alla quantità contenuta nel broccolo normale. I ricercatori hanno testato le proprietà del superbroccolo su una serie di pazienti che hanno inserito nella loro dieta quotidiana una certa quantità di Beneforte che non è stato inferiore in una settimana a 440 grammi. Lo studio è stato effettuato cambiando il regime alimentare di 130 volontari che avevano il colesterolo cattivo molto alto nel sangue.

Ai 130 pazienti i medici inglesi hanno inserito nella loro dieta alimentare una quantità di super broccolo pari a 440 grammi a settimana. I super broccoli nel tempo (circa 6 settimane) hanno determinato una significativa diminuzione del colesterolo nei pazienti che ha toccato anche in alcuni casi il 6%. Un risultato sbalorditivo che consente di sperare che il colesterolo cattivo possa anche essere sconfitto con rimedi naturali. Comunque è buona norma (per contrastare con forza il colesterolo cattivo) cercare di condurre una vita sana ed una dieta alimentare molto equilibrata. Riuscire a praticare qualsiasi tipo di sport che permetta di bruciare grassi e zuccheri presenti in eccesso nel nostro sangue è importantissimo come è essenziale avere una dieta alimentare che non abbia eccessi. Una dieta alimentare ricca di verdura e frutta e senza eccessivi grassi e zuccheri consente di evitare l’insorgenza del colesterolo e di altre patologie del sangue.

Eliminare lo stress in modo naturale ? Oggi si può, ecco il cibo che...


Contro lo stress e lo stress post-traumatico mangiate mirtilli: uno studio americano rivela che mangiare frutti di bosco (in particolar modo i mirtilli) aiuta a superare i disturbi legati a esperienze forti ed allevia lo stress.

Lo studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università della Louisiana, presentato al meeting Experimental Biology che si è tenuto a Boston, rivela che mangiare mirtilli è un ottimo supporto nel superamento degli stress post traumatici, e rende più efficace il supporto della psicoterapia e del trattamento farmacologico utilizzato per questo tipo di disturbi.

Secondo quanto si apprende dallo studio americano, condotto su cavie da laboratorio, i mirtilli sono in grado di aumentare la secrezione di serotonina, neurotrasmettitore responsabile dello stato del nostro umore. I roditori sottoposti all’esperimento hanno infatti mostrato evidenti segnali di miglioramento. Nutriti con mirtilli, i topolini hanno reagito con maggiore vigore ai nuovi incontri avuti con il loro nemico con eccellenza, il gatto, che aveva prodotto in loro i tipici sintomi dello stress post-traumatico nei precedenti incontri.

Per tali ragioni, gli studiosi dell’università americana ritengono che i mirtilli possano aiutare i pazienti affetti da stress (che oggi rappresentano l’8 per cento della popolazione mondiale) a tollerare meglio l’impatto dei farmaci antidepressivi sulla loro psiche.

I mirtilli, oltre a risultare efficaci anche nel trattamento dei traumi psicologici, sono frutti di cui da tempo sono note le caratteristiche benefiche legate alla presenza di antociani e vitamina C. Ottimo alimento antiossidante, il mirtillo è infatti un tonico per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e contrasta con efficacia lo stress ossidativo generato dall’accumulo di radicali liberi nell’organismo, che spesso sfocia in patologie degenerative come i tumori e il morbo di Alzheimer (e fanno bene a chi soffre di pressione alta).

Sensazionale scoperta: Dna, decifrata la sinfonia della vita, pronta la mappa dei geni che governano le malattie...


La scoperta del secolo: Dna, decifrata la sinfonia della vita, pronta la mappa dei geni che governano le malattie; si potranno curare i tumori, le malattie rare ecc..

Ce l'hanno fatta. La Celera Genomics, la società privata di biotecnologie in corsa con gli scienziati del Progetto Genoma Umano per la decifrazione del nostro Dna, ha annunciato in questi giorni di aver completato l'opera. Nel comunicato diffuso alla stampa, l'azienda afferma di aver terminato "la fase della sequenza del genoma di un singolo essere umano" e che "inizierà adesso a mettere assieme in ordine i singoli frammenti del genoma con l'obiettivo di completare nel corso dell'anno la mappa del genoma umano".

Un conto è conoscere le note, un conto saper suonare Beethoven. Se nel 2001 l'uomo esultò per aver letto il proprio Dna (per aver cioè scoperto l'elenco delle note che compongono il suo organismo), oggi è la ben più complessa sinfonia della vita a emergere dal lavoro degli scienziati.

Il risultato approda dopo sette anni di esperimenti in 24 studi pubblicati su Nature. A prendere forma in questo mastodontico lavoro è la più completa mappa dell'epigenoma mai tracciata dalla nostra specie per conoscere se stessa.

"Il Dna è il nostro passato. L'epigenoma è il trionfo del nostro arbitrio. Sono le nostre scelte e l'effetto che ha l'ambiente in cui viviamo sulla nostra salute" spiega Pier Giuseppe Pelicci, direttore del dipartimento di Oncologia sperimentale dell'Istituto europeo di oncologia a Milano e il primo in Italia a legare l'epigenomica allo studio dei tumori. "Ogni cellula tumorale - spiega - si presenta sempre con un'alterazione del suo epigenoma. E alcuni farmaci riescono a curare il cancro proprio riparando la struttura dell'epigenoma."

Così, un giorno, il medico guarderà i nostri epigenomi come oggi guarda gli esami del sangue, ottenendo informazioni sulla nostra predisposizione genetica a certe patologie, ma anche come intervenire sullo stile di vita per ridurre il rischio.
Regolando le nostre scelte, quindi, potremo in futuro ritardare o ridurre al minimo l'insorgenza delle malattie.

INCREDIBILE: Bambina di 8 anni trova una possibile cura contro i tumori...


Il padre della bambina che ha trovato una cura contro il cancro, foto metro.co.uk

A soli otto anni potrebbe aver scoperto la cura contro il cancro, tutto sarebbe avvenuto per caso in Inghilterra.

E’ accaduto nel Regno Unito dove la bimba, Camilla Lisanti, figlia di un ricercatore di cure contro il cancro all’Università di Manchester, ha risposto a una domanda che il papà stesso le ha rivolto. È successo a tavola mentre cenavano, l’uomo le ha chiesto come avrebbe curato i malati di tumore e, senza pensarci due volte, la bambina ha risposto, ‘li curerei con gli antibiotici come quando ho mal di gola'; una risposta che ha lasciato i genitori sorpresi ma allo stesso tempo incuriositi, tanto che il padre ha deciso di testare quanto detto dalla figlia, e i primi test sembrano confermare la genialità del consiglio.

Utiizzando gli antibiotici infatti il ricercatore ha riscontrato la morte delle cellule tumorali più pericolose. Tra gli antibiotici risultati più efficaci la doxiciclina, un farmaco usato solitamente per la cura dell’acne. Chiaramente si tratta solo di risultati sperimentali che comunque lasciano ben sperare, sono ancora molte la ricerche da effettuare prima di avere la certezza che l’utilizzo di un semplice antibiotico possa avere davvero effetti curativi sui tumori. Se così fosse si tratterebbe di un metodo molto economico per curare una malattia che anno dopo anno tende a diffondersi con sempre maggiore intensità.

ATTENZIONE: ecco i 6 cibi da evitare (favoriscono l'insorgere dei tumori)..


Il rapporto tra cancro, diabete, malattie cardiache, morte prematura e cibo è una realtà che la scienza moderna non smentisce più.

In primis è buona norma mangiare poco ma bene evitando cioè porzioni abbondanti e alimenti “ad alto contenuto calorico” o con un’alta concentrazione di grassi.

Ma vediamo quali sono i 6 cibi da evitare o perlomeno ridurre l'assunzione:
1 - I grassi vegetali ricchi di acidi grassi trans, si trovano nei biscotti, nelle torte ed in molti dolciumi, leggere sempre le etichette, i più nocivi sono: l’acido laurico, miristico, palmitico e stearico, l'olio di palma e di colza.

2 - Bevande a base di zuccheri raffinati, infatti ad essere dannoso per la salute è l'eccessiva quantità di zuccheri raffinati che queste bevande contengono, Bisogna ricordare anche che alimenti di questo tipo devono la loro caratteristica anche all’uso di alcune spezie, come la noce moscata e la cannella. Il problema è che, invece, nei prodotti già pronti a volte vengono utilizzati, al posto di queste spezie tradizionali, degli aromi artificiali.

3 - Il dado per brodo, che contiene il glutammato. Diversi studi hanno scoperto la correlazione che esiste tra il consumo di questo alimento e i tumori. In particolare le cellule esposte al glutammato monosodico (presente nei dadi) diventerebbero più mobili e quindi sarebbero più propense alla diffusione di metastasi.

4 - Stesso problema per i ripieni alle carni, quelli che si comprano già pronti al supermercato e che contengono anch'essi il Glutammato monosodico (quest'ultimo viene indicato con la sigla E621). Varie ricerche hanno insistito sugli effetti nocivi di questa sostanza, fra le quali è da annoverare un maggior rischio di arrivare alla morte delle cellule neurali.

5 - Carni già imbustate che si trovano spesso ai supermercati, ed hanno una lunga conservazione nel tempo, conservazione che è garantita dal nitrito di sodio, una vera e propria sostanza chimica di cui la ricerca scientifica ha molto insistito sull'opportunità di evitare  perchè in combinazione con il glutammato monosodico ci sarebbero delle documentate correlazioni di sviluppo di alcuni tipi di tumore: leucemia, cancro al colon, al pancreas e al cervello. Ad essersi occupato della questione è stato anche il World Cancer Research Fund e l’American Institute for Cancer Research.

6 - Anche i coloranti sono fra quegli additivi alimentari, che andrebbero evitati, se vogliamo badare al nostro benessere. Spesso i coloranti si ritrovano nei biscotti, nelle torte e negli altri dolci che siamo soliti introdurre nella nostra alimentazione quotidiana. Essi devono essere necessariamente segnalati nelle etichette dei cibi confezionati e sono tutti quegli elementi, che vengono identificati con una dicitura a partire da E100, per arrivare ad E199.

Buone notizie per gli amanti della nutella: Il cioccolato ringiovanisce la mente di 30 anni...


Il cioccolato ringiovanisce la mente di 30 anni. A dimostrarlo sono stati i ricercatori della Columbia University. Vuoti di memoria? Dimenticanze di ogni genere? Ci sarebbe un rimedio efficace, che consiste nel mangiare più cacao. Questo non significa che dobbiamo fare una scorta enorme di barrette, tuttavia i benefici per la memoria resi dal cioccolato sono molti, come ha messo in evidenza lo studio statunitense, i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Neuroscience. Gli studiosi hanno coinvolto 37 volontari, tutti di età compresa fra i 50 e i 69 anni.

I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: il primo di essi ogni giorno ha bevuto una bevanda ad alto contenuto di cacao, mentre il secondo gruppo ne ha assunto soltanto una piccola dosa quotidiana. Tutto l’esperimento è durato 3 mesi e alla fine si è visto che coloro che avevano assunto più cioccolato erano più abili degli altri nel fare collegamenti mentali più facili e veloci.

Tutto merito dei flavonoli, gli antiossidanti che sono contenuti nei chicchi di cacao, che, secondo quanto è stato affermato dalla ricerca, possono far tornare la memoria di una persona di 60 anni a quella di un 30enne o di un 40enne. Sono davvero efficaci le proprietà benefiche del cioccolato, perché esso ci dà una carica di energia in più che possiamo sfruttare nelle performances da affrontare.

Il cioccolato inoltre rientra fra i cibi da consumare contro lo stress da lavoro. Quindi, via libera al cacao, anche se i ricercatori hanno spiegato che la bevanda somministrata era stata appositamente studiata. Il segreto per migliorare la memoria consisterebbe nel leggere le informazioni sulle confezioni, optando per quelle barrette in cui la concentrazione di cacao è più alta.

Aulin (Nimesulide) ritirato in tutto il mondo, ma ANCORA in vendita in Italia...


Negli Usa l'anti-infiammatorio non è mai stato approvato, ritirato dal mercato europeo, ma ancora in vendita nel nostro Paese.

Tagli alla sanità, conti pubblici da far quadrare, farmaci innovativi approvati e già in vendita nel resto del mondo che da noi restano in coda un po’ più che altrove. Spesso per concordarne un prezzo accettabile per le casse esauste di un servizio sanitario che costituzionalmente deve garantire il meglio a tutti. In questo contesto storico ed economico colpisce il caso, tutto italiano, della nimesulide (Aulin): noto farmaco anti-infiammatorio non steroideo (Fans). Per anni, in un Paese dove il dolore non si curava, ai primi posti di vendita per lenire ogni tipo di sofferenza. A tal punto che è divenuto panacea anti-dolore anche se, come farmaco, proprio anti-dolorifico non è. E a tal punto che, a principio attivo equivalente, si è sempre pensato che nella sua espressione griffata sia più efficace dei suoi simili catalogati come generici.

DANNI AL FEGATO - Fatto sta che mentre all’estero la nimesulide è da tempo in via di estinzione, da noi non solo resiste ma diventa anche, a sorpresa, rimborsabile. Cioè a carico di un servizio sanitario che sta risparmiando. E siccome non costa molto, ancor più strana appare la scelta di renderlo rimborsabile dal momento che né è stato vietato l’uso per le malattie croniche. E sì perché qualche problema alla salute del fegato la nimesulide lo crea (è il motivo per cui è stato tolto dal commercio in molti Paesi) soprattutto se assunto tutti i giorni, più volte al giorno. L’Italia ha preso atto delle indicazioni europee e ne ha limitato l’uso a pochi giorni (i cosiddetti casi acuti) e all’obbligo di ricetta. Ma inspiegabilmente l’ha reso rimborsabile, mentre esistono in commercio altri farmaci efficaci e senza gli stessi rischi documentati.

IL RITIRO DAI MERCATI - I fatti. Nel gennaio 2010 la Commissione europea – a seguito dei numerosi episodi di eventi avversi riscontrati da pazienti, in particolare danni al fegato e all'apparato gastroenterico causati dalla nimesulide e del successivo ritiro dal mercato dei principali paesi europei – ha chiesto all’Agenzia europea dei medicinali (Ema) un riesame del rapporto beneficio-rischio della molecola. Il 20 gennaio di quest’anno la Commissione europea ha recepito la raccomandazione Ema di «evitare ogni possibilità d’uso cronico della nimesulide». Già prima di questa raccomandazione, nove Paesi europei (Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Olanda, Spagna e Svezia) avevano ritirato il farmaco dal mercato, Germania e Gran Bretagna non l’hanno mai autorizzato al commercio, la Francia ha ora deciso di eliminarne la rimborsabilità.

Sapevate che è possibile dimagrire con la menta? In molti pensano...


che sia utile solo a”rinfrescare”, invece è anche utile a dimagrire e curare!

Ecco il perchè: per dimagrire basta il mentolo, o meglio, la sensazione di freddo provocata dal principio attivo contenuto nell’olio essenziale di menta: sembra proprio che l’azione rinfrescate sia in grado di bruciare i grassi in eccesso, ma come? La facoltà di Medicina dell’Università di Padova, coordinata da Marco Rossato della Clinica Medica 3, ha svolto una ricerca che è stata recentemente pubblicata sulla rivista inglese “Molecular and Cellular Endocrinology” che dimostra proprio le proprietà benefiche del mentolo. Sembra infatti che sia in grado di indurre una trasformazione del tessuto adiposo bianco (l'odiato grasso) in un tessuto adiposo simile al tessuto adiposo bruno, conosciuto per la proprietà di produrre calore ed energia bruciando i grassi.

Tuttavia, ci sono altri modi di consumare la menta per potenziare i suoi effetti dimagranti. Questo è il caso del tè alla menta,

molto popolare nella cultura araba, che somma alle proprietà della menta per bruciare grassi, i benefici del tè verde per dimagrire.

Per sconfiggere l'Influenza bisogna dormire, Infatti in assenza...


Per guarire dall'influenza bisogna dormire. Infatti in assenza dei meccanismi che promuovono quell'aumento del sonno che aiuta a combattere le infezioni virali i sintomi della malattia si fanno più gravi e i casi letali sono più frequenti. O, almeno, è questo ciò che succede nel caso dei topi alle prese con il virus H1N1, quello famoso per essere associato alla pandemia di influenza suina del 2009. In uno studio pubblicato su Brain, Behavior, and Immunity i ricercatori della Washington State University di Spokane (Stati Uniti) hanno infatti scoperto che in questi animali l'assenza di una proteina cerebrale che induce l'aumento del sonno (AcPb) fa dormire di meno, altera i ritmi circadiani, porta a sintomi più gravi e aumenta il rischio di morire a causa dell'infezione rsipetto agli animali che dormono di più.

“L'influenza è una malattia polmonare e i decessi sono probabilmente dovuti all'accumulo di fluidi nei polmoni – spiega James Krueger, coordinatore dello studio – Ma adesso, scopriamo che senza AcPb nel cervello il virus è ancora più letale”. In effetti, prosegue l'esperto, gli esperimenti condotti hanno dimostrato che il microbo raggiunge anche il cervello, dove scatena una reazione infiammatoria che coinvolge AcPb e l'interleuchina-1, una delle molecole coinvolte nello sviluppo dei sintomi dell'influenza. “Questa reazione – spiega Krueger – induce l'aumento del sonno che aiuta l'organismo a far fronte a un'infezione”.

Questi nuovi dettagli dei meccanismi che portano a guarire dall'influenza aprono la strada allo sviluppo di nuovi trattamenti per guarire dall'infezione. Secondo Krueger un giorno si potrebbe arrivare ad avere a disposizione spray nasali che stimolino la produzione di AcPb. Altri possibili trattamenti potrebbero avere come bersaglio l'attività di un'altra molecola associata al complesso AcPb-interleuchina-1, il Ghrh (Growth hormone releasing hormone). Studi condotti in passato hanno dimostrato che questa molecola svolge un ruolo chiave nell'aumento del sonno indotto dall'influenza; per questo secondo Krueger “potrebbe offrire un altro potenziale approccio clinico al trattamento dell'influenza o di altre malattie scatenate dai microbi”.

Stati Uniti, 8 gennaio: arriva il "super-antibiotico" che distrugge i batteri "invincibili"


Un gruppo di ricercatori della Northeastern University di Boston ha messo a punto un nuovo "super-antibiotico" in grado di annientare i batteri resistenti alle cure antimicrobiche. Si tratta della teixobactina, che uccide tre dei più pericolosi "superbatteri" facendo crollare le cellule del loro involucro. Secondo i ricercatori l'eventualità che questi ceppi sviluppino resistenza anche contro il nuovo antibiotico non si verificherà per almeno 30 anni.

Un'arma provvidenziale - Sulle pagine della rivista Nature, lo studio spiega che molti degli antibiotici finora ricavati, erano prodotti analizzando i microorganismi del suolo, ma già dagli Anni '60 si erano esauriti i batteri coltivabili in laboratorio. Analizzando circa 10mila composti antimicrobici, il team guidato da Kim Lewis ha scoperto che la teixobactina riesce a debellare tre dei batteri più pericolosi e resistenti in circolazione: il Clostridium difficile, il Mycobacterium tuberculous e lo Staphylococcus aureus. Questa molecola riesce ad ottenere i suoi effetti legandosi a bersagli multipli, molecole di lipidi e non proteine, come gli altri antibiotici, rallentando così lo sviluppo di eventuali resistenze.

La minaccia globale dei "superbatteri" - Resistono alle cure antibiotiche e in alcuni casi provocano infezioni mortali. Sono i cosiddetti "superbatteri", che costituiscono la nuova minaccia alla salute globale. Secondo il rapporto sulla resistenza antimicrobica pubblicato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel 2014, questi ceppi "invincibili" hanno causato in totale almeno 25mila morti nella sola Unione Europea e una spesa sanitaria di circa 1,5 miliardi di euro. Dall'India all'Europa e gli Stati Uniti, sono sempre più frequenti i casi di infezioni causate da Streptococchi, Klebsielle ed escherichia coli, che diventano incurabili perché non rispondono agli antibiotici. La minaccia si estende anche ad alcuni ceppi di tubercolosi iper resistenti.

Italia tra i Paesi più a rischio - Il nostro Paese è tra quelli con la più alta percentuale di resistenza per (quasi) tutti i ceppi di batteri. La resistenza ai carbapenemi del batterio Klebsiella Penumonie, ad esempio, in Italia è tra il 25 e il 50%, seconda solo alla Grecia, mentre quella alla terza generazione di cefalosporine, sempre per la Klebsiella, ci vede nella fascia peggiore, quella tra il 25 e il 50%. Lo stesso discorso vale per Escherichia Coli e Acinetobacter, due dei batteri che causano più comunemente infezioni, mentre anche per lo Stafilococco Aureo resistente alla Meticillina (Mrsa), la cui percentuale di resistenza agli antibiotici è in calo in tutta Europa, l'Italia ha percentuali da primato europeo, fra il 25 e il 50%.

Una situazione preoccupante al punto che i pediatri italiani hanno lanciato l'allarme, evidenziando come l'uso eccessivo di questi farmaci ha fatto sì che ormai il "bagaglio antibiotici" si sia "esaurito" e che non si potrà contare su nuove molecole per almeno i prossimi 5 anni.
(Fonte: )

Sapevate che il magnesio aiuta a curare quasi tutti i disturbi, specialmente


nelle persone anziane.
È indispensabile per l’attività di oltre 300 enzimi e svolge un ruolo fondamentale praticamente su quasi tutti gli apparati del corpo umano.

E’ un ottimo rinforzante del sistema immunitario, tonico nervoso e muscolare; molto adatto in TUTTE le malattie chiamate infettive anche e sopra tutto per le malattie derivanti anche dai: Danni dei Vaccini In caso di Polio o di Difterite o di altre malattie infantili è assolutamente indispensabile ma si deve somministrarlo immediatamente e fare una intensa cura di tale minerale disciolto in acqua, 125 cm3 di soluzione ogni 6 ore, in seguito ogni mattina e sera; le quantità devono variare a seconda dei casi e della reazione individuale.

Il Cloruro di Magnesio aiuta a curare “epilessie, distrofie, sclerosi, poliomielite, tumori, asma, bronchite cronica, broncopolmonite, enfisema polmonare, influenza, pertosse, raucedine, affezioni dell’apparato gastrointestinale, malattie cervicali, tensioni neuro muscolari, artriti, sciatiche, dolori ai muscoli, calcificazioni, osteoporosi, depressioni, ansie, paure, mali di testa, febbri, fuoco di sant’Antonio, orticarie, tetano (anche quando il paziente è già rigido), morsi di vipera (lavare anche la ferita), rabbia, parotite, scarlattina, rosolia, morbillo e le altre malattie dell’infanzia” In vecchiaia è molto utile per prevenire stati di degenerazione e dolori dovuti ad infiammazioni particolari. Ed è utile per OGNI malattia!

Come ogni scoperta, anche questa parte da un evento pressoché fortuito: nel 1915 il professor Pierre Delbet, utilizzando una soluzione di cloruro di magnesio per il lavaggio delle ferite, si rese conto di come questa non solo non danneggiasse i tessuti, cosa che – invece – accadeva con gli altri antisettici, ma addirittura facilitasse la guarigione della ferita stessa.

Delbet scoprì inoltre come l’uso del cloruro di magnesio scongiurasse pericolose complicazioni, quali le sovra infezioni batteriche frequenti all’epoca, grazie all’azione di stimolo sull’attività dei globuli bianchi.

Il successivo e importantissimo passo fu scoprire che l’azione di stimolo non era limitata ai globuli bianchi, bensì agisse su tutte le cellule dell’organismo, allargando lo spettro oltre i meccanismi di difesa.

Come scoprire se si è carenti di Magnesio? Molto spesso i sintomi passano per ansia, ipereccitabilità muscolare, cefalea, vertigini, insonnia, asma, alterazioni del ritmo cardiaco, stanchezza eccessiva, disturbi del ciclo mestruale.

Dire che si sarà immuni da tutte le malattie è impossibile, ma sapere che c’è la possibilità di attenuare i dolori e il decadimento del corpo, è già una ragione importante per cominciare ad assumerlo. Anche perché il corpo, nella sua grande intelligenza fisiologica, elimina l’eventuale eccesso da solo. Al massimo, pulirete l’intestino. Che male non fa.

Potete assumerlo in bustine o in polvere come magnesio supremo, o come cloruro, oppure farlo da voi, ecco come: Cloruro di Magnesio fatto in casa, Inumidire 2 kg si sale con acqua fredda; mettere questo sale in un sacchetto di tela ed appendere in ambiente scuro, sopra un recipiente che raccolga cio' che esce dal fondo del sacchetto. Il liquido che gocciola e' il Nigari = Cloruro di Magnesio.

Le persone con qualche chilo in più sono più protette contro..


le infezioni. Ebbene si! è provato scientificamente che Il grasso protegge dalle infezioni.
Questo perché il grasso sottocutaneo forma una sorta di prima barriera contro gli agenti esterni infettivi che consente all'organismo di guadagnare tempo in attesa dell'intervento dei globuli bianchi.

La scoperta è frutto del lavoro di un team dell'Università della California, i cui ricercatori hanno segnalato la capacità delle cellule di grasso di produrre e rilasciare sostanze antimicrobiche. Gli scienziati, guidati dal prof. Richard Gallo, dermatologo dell'ateneo californiano, hanno esposto un gruppo di roditori a un tipo di stafilococco resistente a diversi antibiotici.

Di fronte a una lacerazione, il sistema immunitario si attiva per inviare nella zona della ferita i globuli bianchi necessari a difendere l'organismo dalle aggressioni esterne, ma l'operazione richiede richiede comunque un po' di tempo durante il quale il corpo è esposto ai batteri.

Nel caso delle persone con problemi di peso, però, il grasso sottocutaneo riesce a fornire una prima protezione contro l'attacco batterico grazie a un composto antimicrobico denominato cathelicidin.

Dai risultati della ricerca emerge che i topi privi di cellule adipose sotto la pelle soffrono con maggiore frequenza di infezioni dovute all'esposizione al super batterio dello stafilococco. Ovviamente i risultati della ricerca non vanno interpretati come un invito a ingrassare, dal momento che i costi risulterebbero comunque più rilevanti dei benefici. L'obesità infatti tende fra le altre cose a ridurre la capacità dell'organismo di difendersi dalle infezioni in maniera adeguata, nonostante la caratteristica evidenziata da questa ricerca. (fonte: italiasalute.it)

Uno studio dimostra che l'Alzheimer si sviluppa molto più facilmente dall..


dall'assunzione di rame.

I dettagli di uno studio sotto certi versi allarmante.
Ecco come il rame aziona la malattia dell’Alzheimer: [E’ una nuova ricerca pubblicata sulla PNAS "Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America" (una delle riviste scientifiche più importanti) ad affermare che l’assunzione giornaliera di particelle rameiche è in grado di far crescere le possibilità che l’Alzheimer prenda possesso del nostro DNA.]

Il rame assunto con il cibo e le bevande entra nel nostro corpo distruggendo quella che viene comunemente definita ‘barriera ematoencefalica’, che ha la funzione di tutelare da eventuali malattie il nostro cervello, il rame si accumula con una proteina di matrice tossica denominata beta amiloide, la quale il cervello non ha più possibilità di tagliare fuori. Molto importante questo passaggio il quale va a rappresentare il vero pericolo secondo il dottor Rashid Deane, dell’Università di Rochester Medical Center.

Nonostante sia presente in quantità molto limitate nell'organismo (da 50 a 120 mg), il rame è un elemento essenziale per la specie umana. Nei vari tessuti agisce soprattutto come cofattore di numerosi enzimi, a loro volta coinvolti in svariate funzioni fisiologiche. Il rame è contenuto anche in alcune proteine, come l'albumina ed il fattore V della coagulazione.

Una volta introdotto con gli alimenti che lo contengono (soprattutto fegato, molluschi, cioccolato e noci), il rame viene assorbito nell'intestino tenue e da qui, grazie al legame con l'albumina, viene veicolato al fegato. Gli epatociti sintetizzano a loro volta un complesso costituito dal rame e dal suo trasportatore (celuroplasmina), che viene poi secreto per essere distribuito ai vari tessuti. Il nostro consiglio è di diminuire il consumo di tali alimenti: fegato, molluschi, cioccolato, noci, ostriche, nocciole, aragosta, mandorle e arachidi ed evitare l'acqua del rubinetto per quanto possibile  visto che per la maggior parte delle abitazioni scorre ancora in tubature di rame per cui apporta notevoli quantità di tale alimento.

ATTENZIONE: Vaccino anti-influenzale, tre decessi sospetti. Allarme dall'Agenzia...


Roma:
Allarme dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha ordinato a titolo prudenziale il divieto di utilizzo di due lotti di un vaccino contro l'influenza dopo tre casi di decesso.

"A seguito delle segnalazioni di quattro eventi avversi gravi o fatali - di legge nella nota dell'Aifa - , verificatisi in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi provenienti dai due lotti 142701 e 143301 del vaccino antinfluenzale Fluad della Novartis Vaccines and Diagnostics Srl, l'Agenzia italiana del farmaco ha disposto, a titolo esclusivamente cautelativo, il divieto di utilizzo di tali lotti".

L'Aifa, riporta la nota, "invita i pazienti che abbiano in casa confezioni del vaccino Fluad a verificare sulla confezione il numero di lotto e, se corrispondente a uno di quelli per i quali è stato disposto il divieto di utilizzo, a contattare il proprio medico per la valutazione di un'alternativa vaccinale. L'Agenzia specifica inoltre che i tre eventi a esito fatale hanno avuto esordio entro le 48 ore dalla somministrazione delle dosi dei due lotti del vaccino".

Il vaccino antinfluenzale Fluad "è tra i più usati, certo non ci voleva per la campagna vaccinale in corso che, se si diffonde la paura, rischia di bloccarsi". E' la reazione del segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo. "Bisognerà verificare il nesso di causalità - rimarca Milillo - ma di sicuro questo fatto amplificherà i pregiudizi sui vaccini, in una campagna di vaccinazione antinfluenzale che fino a oggi stava andando abbastanza bene. Ora diffonderemo l'informativa dell'Aifa a tutti i medici per individuare i lotti da bloccare".

In ogni caso, puntualizza Milillo, "mi sento di tranquillizzare la popolazione: ci sono stati lotti interi bloccati per mesi per un evento avverso e poi liberati perché non c'era correlazione. Dobbiamo dire che i vaccini fanno bene, salvano vite e sono sicuri".

Turni di notte? Ecco i danni che il nostro cervello subisce nel tempo..


I danni dei turni sul lavoro: Nei turni di notte il cervello invecchia più in fretta.

Chi per più di dieci anni ha lavorato di notte ha una capacità mentale paragonabile a quella di un individuo più vecchio di sei anni e mezzo. Ma il processo è reversibile.

Il cervello di una persona impegnata in turni notturni o comunque in orari anomali, quindi sottoposta a un’alterazione del naturale ritmo sonno/veglia, invecchia più velocemente. E’ questa la conclusione alla quale è giunta una ricerca franco-gallese che sottolinea però che con l’arresto dell’attività notturna si può assistere a un netto miglioramento della salute cerebrale.

Invecchiamento precoce.
I ricercatori hanno sottoposto tremila volontari a test di memoria, di velocità di pensiero e di abilità cognitiva. I risultati, pubblicati sul giornale Occupational and Environmental Medicine, dimostrano che chi per più di dieci anni ha svolto una professione notturna ha una capacità mentale paragonabile a quella di un individuo più vecchio di sei anni e mezzo. La buona notizia è che quando una persona cessa di lavorare di notte, il suo cervello riprende progressivamente ad allinearsi all’età biologica, benché questo richieda cinque anni di tempo. La scoperta di questa capacità rigenerativa del cervello potrebbe avere importanti conseguenze nella cura della demenza, condizione nota per danneggiare il sonno di chi ne soffre.

I danni del sonno perduto
La ricerca dei due atenei è soltanto l’ultima a investigare gli effetti nocivi della mancanza di sonno. Precedenti studi, infatti, avevano sottolineato i gravi rischi per la salute legati ai turni in generale e in particolare a quelli notturni. Uno dei più ampi, pubblicato nel 2012 e condotto da un team canadese-norvegese su più di due milioni di persone, ha rilevato che tra i lavoratori che seguono i turni si registra una crescita del 23 per cento dei rischi di infarto, un aumento del 24 per cento di eventi coronarici e un 5 per cento in più di incidenza di ictus rispetto ai lavoratori normali. Ancora peggio la situazione di chi i turni li fa di notte e si ritrova a fronteggiare un rischio di patologie cardiovascolari aumentato del 41 per cento. Uno studio della University of Pennsylvania portato avanti su cavie da laboratorio ha evidenziato la morte del 25 per cento delle cellule di alcune aree cerebrali a seguito di una prolungata mancanza di sonno. Infine nel 2007 l’International Agency for Research on Cancer definì il lavoro notturno come un possibile agente cancerogeno.

Controlli frequenti
Nell’impossibilità di eliminare la turnazione lavorativa l’unica risposta possibile appare essere una maggiore sensibilizzazione dei lavoratori che dovrebbero sottoporsi a frequenti controlli medici e prestare maggiore attenzione a eventuali sintomi patologici.   (Articolo di--> Emanuela Di Pasqua. Fonte: CORRIERE DELLA SERA)

Vaccini, Aifa: "I primi contro il cancro nei prossimi 3 anni." I primi vaccini terapeutici...


Ancora una decina di anni per ottenere anche le vaccinazioni contro Alzheimer.

ROMA - I primi vaccini terapeutici contro il cancro potrebbero arrivare entro i "prossimi tre anni e gli studi in questo settore sono già in fase avanzata". Ad annunciarlo, parlando della nuove prospettive nel settore delle vaccinazioni, è stato il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Luca Pani, in occasione del convegno sulla vaccinazioni in Europa promosso dal ministero della salute nell'ambito del semestre di presidenza Ue.

"Oltre alle vaccinazioni 'classiche' contro le malattie infettive, rispetto alle quali non va assolutamente abbassato il livello di attenzione - ha detto Pani - ci sono oggi delle grandi evoluzioni: i vaccini per l'immunoterapia del cancro, che dovrebbero arrivare nei prossimi tre anni, ed i vaccini contro l'Alzheimer e contro le sostanze di abuso come la cocaina, che dovrebbero invece essere pronti in 5-10 anni". "Ci saranno vaccini per tutte le età della vita - ha aggiunto Pani - . La tecnologia sta progredendo, e siamo giunti alla conoscenza del genoma informatizzata". Ciò permette di scoprire "meccanismi vaccinali che rappresentano un'arma fondamentale contro i virus, ma permette anche di conoscere gli attacchi che il sistema immunitario rivolge a se stesso, che sono alla base di molte malattie".

Il problema dei costi. Allo studio, ha rilevato il presidente dell'Aifa Sergio Pecorelli, "sono dunque vaccini terapeutici e preventivi. In molti casi saranno vaccini 'su misura', tagliati cioè a seconda dei singoli pazienti. Ciò - ha concluso - porrà ovviamente anche un problema di costi, che andrà affrontato". La questione dei costi è stata sottolineata anche dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la quale ha sottolineato come si stia lavorando ad una "strategia a livello Ue per sostenere i costi dei nuovi vaccini", puntando ad esempio sulla valutazione di meccanismi come quello dell'individuazione di prezzi sovranazionali.

Ebola. Sulla messa a punto di vaccini contro il virus Ebola, l'Europa e le autorità sanitarie mondiali "stanno accelerando", hanno affermato il ministro della Salute Lorenzin e Pani. "Si stanno accelerando i tempi per verificare i vaccini contro il virus Ebola, prima di metterli in produzione su larga scala. Siamo naturalmente orgogliosi" del vaccino italiano, ha detto il ministro, riferendosi in particolare al vaccino della Gsk in produzione a Pomezia. La "politica - ha inoltre sottolineato Pani - è di accelerare ogni procedura, ma chiederemo comunque che i test siano fatti secondo le regole, seguendo una sperimentazione clinica precisa".


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